Misano e le sue frecce le cui punte sono cosparse di cioccolato

Misano e le sue frecce le cui punte sono cosparse di cioccolato

boots_misanogp_fashionpolitan

Volente o nolente, ma per grazia o sovra-terrena o terrenissima, ultimamente mi trovo buttata con un bungee jumping invisibile nel fantastico mondo dello sport. Puccio la testa e il cuoricino un po’ lì, e quando l’elastico torna su, sono di nuovo sia nell’altro circo di quei motori infiocchettati di chiffon e mascara, che nell’altro fatto di vecchietti che camminano con le braccia dietro la schiena e di cose vecchie.
Ci sono motori e motori.
Quando Tissot mi ha chiesto di andare a Misano a vedere la Moto GP, e in più di premiare i piloti più veloci (Tissot Pole Position Award) era fine luglio, e il mio sguardo dalla mail è andato automaticamente verso il muro grigio vuoto di fronte, che è immediatamente diventato uno schermo “cronistorico”: Arezzo e il negozio di moto esattamente sotto casa mia, Lorenzo e prima la Hornet e poi la R1, ossia la moto più scomoda per il secondo passeggero, il passo di via Maggio per andare a Rimini e i raduni dei motociclisti a mangiare panini al prosciutto o alla mortadella, altri “innominabili”, la mia prima guida, la mia continua ricerca della moto perfetta, il mio perenne esultare in maniera più o meno plateale al suono di un motore di una Ducati.
Quel giorno lì rimisi lo sguardo nella mail e premetti invio.
“Certo che ci sono”

A parte il fatto che Misano è un casino, nel senso che nessuno sa niente e che non ci sono cartelli per indicarti chicchessia, ad essere lì mi sono sentita cool, fortunata, da dio, un Frizzy-Pazzy impazzito da una parte e dall’altra come se fossi stata in montagna a respirare aria fresca, libera di aprire i polmoni (quando invece ero in mezzo ai motori…) e di farci entrare dentro belle cose nuove, un nuovo mondo sportivo così lontano e diverso, per esempio, da quello del calcio.

Un mondo in cui Valentino Rossi è il Maradona delle due ruote, e quindi idolatrato come se fosse il papa sfarfallegiante la mano destra dal balcone, in cui non ci sono risse (o se sì, io non le ho viste), lanci di oggetti contundenti, in cui i piloti sono tappezzati di brand da capo a piedi ma alla fine non ci fai manco caso, in cui non c’è nessuno che non ti sorrida, in cui la passione non sfocia mai in violenza.

Diciamo che premiare dei big non è stata una passeggiata, cioè vedere dei vip non mi fa effetto, non me lo ha mai fatto, eccetto ai tempi di Viva La Voce quando mi trovai davanti gli Articolo 31, ma trovarmi a faccia a faccia (letteralmente) con tipetti del calibro di Lorenzo, Rossi e Marquez m’ha un po’ sballata, e poi avevo pure i capelli sporchi, diamine.

Sarà per i personaggi, ma anche per lo spirito sportivo che indora sempre l’aria di miele, che mi sono sentita felice come una (Del) Pasqua.
E sì, è stata una gioia premiare Enea Bastianini della Moto3™, un ragazzino prodigio sorridente, protetto di Valentino, che senza capire una parola d’inglese ha portato avanti una conferenza stampa sparpagliando allegria a tutti quelli che pescava con lo sguardo, scambiarsi occhiate di simpatia con il francesino Joahnn Zarco Moto2™, lui mi pare l’amico perfetto per le serate a tarallucci e vino, e avere un incontro ravvicinato (consegna orologio Tissot, s’intende) con il nemico/amico di Rossi, Jorge Lorenzo.

E poi c’è il rumore, il frastuono, quella musica beatamente assordante dei motori, che non so bene che c’abbia dentro per conficcarti nel cuore centomila frecce dalla punta cosparsa di gelato al cioccolato, che ti fa impennare tanto la glicemia emotiva da dover tenere sempre in saccoccia una siringa d’insulina.
Era la prima volta che sentivo quel suono rapido e grave apparire e scomparire velocemente in pista, ed è stato come testare un altro livello di adrenalina, che t’attraversa la parte superiore del corpo e va a pizzicarti il cervello facendoti automaticamente scuotere la testa.

Ho visto la gara un po’ dagli spalti e un po’ dalla sala stampa, inconsapevolmente mi sono messa sopra i box di Valentino Rossi, quindi ho visto i vari cambi moto, la “calma agitata” di chi cambiava, copriva e non dava pace alle gomme della moto, l’omino che dava il tempo, il cartello dei giri, i commenti della sala in tutte le lingue, soprattutto in spagnolo.
E alla fine Valentino (che per un certo punto ha fatto una gara fantastica) non ha vinto, ha vinto Marquez, ma il tutto è terminato con una processione “gialla” sulla pista acclamante il Dottore che poi s’è palesato lanciando al vento le imbottiture per le ginocchia.

Non è colpa mia se mi piacciono le moto, sono le moto e tutta la loro compagnia che sono belle.

Guarda il mio (spero divertente) video di Misano qui

ducati_motogp_fashionpolitan ducati_motogp2_fashionpolitan Enea Bastianini 2 HEN_8500 IMG_6332 Marc Marquz

banda_motgp   MISANO_LORENZO
Tissot Pole Position Award – Un Tissot T-Touch Solar per Jorge Lorenzomisano_pubblico Misano_tissot_motogp MISANO_TISSOT MISANO_ZARCO

Tissot Pole Position Award – Johann Zarco, Moto2™moto_misano_motogp_fashiopolitan motogp_moto_vale motogp_tissot_fashionpolitan

MISANO_BASTIANINI

Tissot Pole Position Award – Un Tissot Quickster per Enea Bastianini, Moto3™ motogp_tissot_misano_vale premiinvia_misano  tour_misano_motogp valentino_rossi_change_moto valepodio

MG4_2151

Sul podio Bradley Smith – Ambassador Tissot

Bradley Smith

rimini_window_fashionpolitan

Comments are closed.