(A)mare lo Champagne, meglio se è Rich

(A)mare lo Champagne, meglio se è Rich

drinking_veuve_clicquot

Faccio una breve premessa: amo il verbo “invecchiare”, anche se molti mi consigliano di non usarlo riferito a me.
Bè, ho quasi 31 anni, e la verità è che aspettavo quest’età per poter finalmente sentirmi libera di dire che sto invecchiando, e non crescendo. Perché si può sempre crescere, ma non sempre invecchiare, chissà come mai.
Chi ostenta di “crescere” invece che di “invecchiare” è come se si volesse gonfiare l’ego di botox immaginario, volesse buttare nel cesto dell’indifferenziata un ciclo che invece è indifferenziato per tutti: la vita e i suoi stadi.
Premesso il pippone pseudo-filosofico adesso posso godermi la spensieratezza di dire quello che sto per dire: invecchiando ho cominciato ad amare il mare non incondizionatamente come prima, ma con delle clausole. Che sono: ombra, prima mattina, tardo pomeriggio, nuoto e barca.
È finita l’era (che in realtà non m’è mai iniziata appieno) dell’arrosto violento a mezzogiorno di fuoco, va avanti quella del “chi se ne frega dell’abbronzatura”, mi godo semplicemente il mare e l’atmosfera.

Va da sé che quando Veuve Clicquot mi ha proposto una gita in barca ho accettato ad occhi chiusi, specie per l’azzeccatissimo connubbio mare-champagne. Mi sono pure portata la camicia da figa di legno dei Forte dei Marmi o da anziana che non si vuole bruciare, a voi libera interpretazione, nonché crema protezione trecentonove.

Ora, a parte gli scherzi, cosa ci può essere che ti faccia più godere che chiacchierare con amiche blogger simpatiche in mezzo al mare sorseggiando cocktail a base di Veuve Clicquot Rich?
E per chi non lo sapesse gli Champagne denominati “Rich” non sono gli champagne sboroni, ma sono assemblati per ottenere un maggiore grado zuccherino, proprio per questo perfetti per l’arte della mixologia.
Tra un’onda e una chiacchiera ho infatti assaggiato alcuni dei cocktail realizzati con il Rich (Cliquology), ciascuno a base di una verdura o di un frutto mai troppo acquosi diversi: ananas, pompelmo rosa, sedano, peperone, tè e cetriolo.
Vi scrivo qui la ricetta del mio cocktail preferito, che è facilissima:

Pine-Up
Mettere 5 cubetti di ghiaccio in un calice ampio (mai tritato)
• Aggiungere 5 o 6 fettine di ananas
• Finire con Veuve Clicquot Rich freddo

Sono sincera, è stato il mio cocktail preferito un po’ anche per il nome, dato che mi sono presentata con un costume da Pin(e)-Up(ple), e ciò fa parte del mio progetto di rivoluzione personale contro i bikini praticamente trasparenti e quindi contro un certo tipo di sensualità spiattellata.

Sole e clima perfetti, compagne perfette, drink perfetti con tanto di focacce liguri d’accompagnamento altrettanto perfette, e l’acqua, che è sempre perfetta per definizione, per lo meno per me è perfetta perché rappresenta un elemento amplificatore d’emozioni, belle e brutte, e alla fine anche quelle brutte non sono mai brutte, dopo un po’ avviene la metamorfosi in “esperienze”.

La giornata ideale è proseguita in un ristorante dal cui nome si capisce già tutto: Ristorante Splendido, nella piazzetta a Portofino.
Amo mangiare ai tavoli rotondi, un po’ perché mi ricordano matrimoni e comunioni e un po’ perché sono ottimi strumenti “socializzatori” e quindi conviviali. Parli meglio e di più, per lo meno io, anche se confondo altrettanto meglio i piattini per il pane. Amo anche guardare chi mangia accanto a me, e proprio al mio lato sinistro quel giorno c’era una coppia di vecchietti intenti non solo a mangiare, ma anche a spippolare su un iPad, e sono scene che m’infondono sempre tanta tenerezza, mentre dietro avevo una coppia con un uomo sui quarantacinque e lei, bellissima, sulla ventina. Mi sono chiesta per un bel po’ chi fossero e di cosa stessero parlando, poi ho smesso perché mi stavo auto-punendo per violazione della privacy.
Potrei andare avanti perché mi piacciono le descrizioni umane, ma non vorrei essere denunciata per stalking.

E poi c’è Portofino, questo villaggio delle Polly Pocket tanto snob quanto tradizionale, tanto antipatico quanto l’opposto, dove trovi turisti a secchiate e poi ogni tanto qualche donna anziana italiana che è come se fosse lì per marcare il territorio, perché sono tutte davvero “molto italiane”, ovvero con la gonna nera fino al ginocchio, la borsa nera o sotto l’ascella o che penzola dal polso e dove frugare spesso e volentieri, e i capelli grigi.
Il caso o chi per lui hanno voluto che appena ce ne siamo andate, è venuto giù il diluvio, ed io amando l’acqua, amo pure la pioggia, specie se quando viene giù quanta un dio bello arrabbiato la manda, sono a casa o in macchina.
Confesso che in pullman ho visualizzato una poggia di champagne (io e la mia immaginazione): nella mia testa era l’ora del tramonto, il paesaggio era tutto molto “caldo”, sui toni del giallo, e davanti a me c’era un prato costellato di calici a raccogliere champagne piovano. E giuro, non ero ubriaca.

boat_champagne boat_fashionpolitan_prua boat_portofino boat2 chatting_women-portofino church_portofino_fashionpolitan clicquot_hotel_splendido_portofino cliquot_boat_fashionpolitanfaro glasses_veuvecliquot granma_shirt_vintage_travel_portofino hotel_splendido_clicquot

_MG_9306jump_fashionpolitan_portofino2 jump_portofino_travel_fashionpolitan jumping_vintage_portofino_fashionpolitan noat_sea_portofino old_woman_portofino_fashionpolitan old_woman_walkibg_fashionpolitan portofino_corner_fashionpolitan portofino_girl_fashionpolitan portofino_view_fashionpolitan portofino_view_fashionpolitan3 sea_swimsuit_sitting_fashionpolitan seduta_portofino_travel_fashionpolitan swimsuit_drinking-clicquot_fashionpolitan swimsuit_retro_fashionpolitan veuve_boat view_boat_portofino

IMG_0226

IMG_0269

IMG_0361

 

Comments are closed.