Era il Pitti di gennaio, domani ci sarà quello di giugno

In fondo sono solo passati sei mesi dallo scorso Pitti: io avevo i capelli cortissimi e biondi, come al solito a Firenze il tempo era bello, e quello dietro a me altro non era altro che un backdrop in più per posare da manichino/a.
Ah Pitti, quanto ti amo. Ho aspettato metà anno per pubblicare questo post, mi sentivo come se non fosse mai il momento giusto, e invece eccomi, alla vigilia della prossima edizione che (finalmente) mostro quello che vidi.
Anche se quest’anno sono in lutto: sarò a Firenze solo il 17, in giornata, assolutamente troppo poco per i miei standard, perché il fatto è che anche se non ci crede nessuno io adoro il Pitti con tutto il cuore.
Perché è interessante, colorato, è a Firenze, ed è pure divertente (in rima).
Quello che non adoro lo sapete tutti cos’è: la passerella di rincoglioniti imbalsamati peggio che teste di cervo appese nella casa di campagna. Non c’è mica bisogno che stia qui ancora a sprecare parole su rimbambiti con doppiopetto e pantaloni “acqua-in-casa”?
Anche se quest’anno ho una mezza idea: oltre che a scattare le solite foto porterei la mia RE Camera (con la quale ormai sto facendo video, video e ancora video di tutto) e farei una sorta di reportage a modo mio (e allora forse sarei radiata, o forse no, ma magari potrei accollarmi il rischio).
Sinceramente non vedo l’ora di “andare all’attacco”.
(Oh mio Dio, aspetto il Pitti manco fossero le vacanze!).

Colmar