Ode a Kenzo

Ode a Kenzo

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A noi della moda prendono in giro molto facilmente durante il periodo delle sfilate: “Ma perché vi lamentate? Mica lavorate in miniera!”. Che da una parte è vero, dall’altra ok, non è in miniera, ma è un lavoro (che amo) oserei dire di “resistenza”. Se resisti cioè a certi ritmi hai vinto.
I backstage delle sfilate sono pazzi, ciò è risaputo, tutti sono sempre in ritardo, decine di fotografi che fanno involontariamente lo sgambetto alle modelle, le modelle che a loro volta mettono i bastoni tra le ruote ai giornalisti, che a loro volta “stalkerano” hair e make up artits in preda all’ansia del timing per poter scrivere sulla tendenza del secolo.  E i truccatori ancora che rincorrono modelle, a loro volta rincorse dalle vestiariste, e i PR che cercano di mettere ordine nel caos tra conoscenti, parenti, intrufolati e stampa, e il o la tizia di turno che ti punta il dito contro ordinandoti di cancellare la foto appena scattata dal cellulare.
E centinaia di persone in spazi piccolissimi, e il caldo, e il rumore.
Insomma, ovviamente non salviamo vite, ma abbiamo un lavoro come tutti, solo che il nostro è più leggero. È anche vero che dopo una settimana così hai bisogno davvero delle Maldive.
Tuttavia è stato piacevolissimo scoprire che esistono delle eccezioni, cioè backstage grandi, con modelle pronte un’ora prima della sfilata, con cibo e bevande per rifocillarti, addirittura il Nespresso, senza che nessuno debba lottare a sumo con nessun altro e dove nessuno per qualche incomprensibile motivo ti vieti di fare ciò che dovresti fare, ovvero il tuo lavoro (foto e interviste).
Ode a Kenzo dunque, marchio per il quale ho seguito il backstage (FW 2015-16) con Mac Cosmetics.
Hai un pass? Entri. Non ce l’hai? Non entri. Hai il pass? Puoi fare e andare ovunque, se non ce l’hai stai fuori e basta. Foto? Falle. Qui non ci occupiamo di segreti di stato. La location? Grande, così nessuno “muore”. I buttafuori? Umani.
E poi vabè c’è il “sodo”: un make up che pare meravigliosamente “buttato lì”, un ombretto bianco (sì, ho detto bianco) messo quasi a caso, quella perfetta imprecisione che mi piace sempre tantissimo. E gli abiti: io non sono una da sovrapposizione, ma certi pezzi presi singolarmente li metterei volentieri nel mio armadio, dal montone bianco, all’abito rosso con la gonna plissettata, fino agli stivaletti.

Giusto per dire che sono sempre felice quando noto che alla fine si possono fare (belle) cose con serenità, anche quando parrebbe il contrario.
Ebbravi da Kenzo.

Foto scattate con Canon 6D lente 25-70mm
Grazie a Mac Cosmetics

 

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  1. Antela

    11 May 2015 at 11:47

    Beautiful Captures=)
    kiss!
    http://blamod.wordpress.com