La paura non fa mica due, fa novanta

La paura non fa mica due, fa novanta

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Io all’Esselunga, oltre che a confezioni di Haribo e a cotolette vegetali ci compro libri, ed è molto buffo quando vedo nel display elettronico della cassa passare con nonchalance le seguenti scritte: “pomodori 3 euro – assorbenti 4 euro – libro 17 euro”.
Ci sono libri che finisco perché so fin dall’inizio che finirò, altri che non so se finirò ma sfido comunque me stessa a farlo (e alla fine non vinco quasi mai), altri che penso di finire ma dopo le prime due pagine mollo il tomo o sul comodino o su quella specie di libreria che ho perché non è riuscito a catturare manco un terzo della mia attenzione.
Una volta mi sentivo in colpa quando non portavo a termine la lettura di un libro, adesso zero. Se non mi piace, non mi piace.
Dopo il gelato alla panna e prima della focaccia con stracchino ieri ho comprato un libro di Stefano Benni, genio indiscusso della letteratura italiana. L’ho comprato per due motivi: la sua fotografia (viene ritratto lui urlante), e la descrizione della paura, sulla quarta di copertina:

“La paura è una grande passione, se è vera deve essere smisurata e crescente. Di paura si deve morire. Il resto sono piccoli turbamenti, spaventi da salotto, schizzi di sangue da pulire con un fazzolettino. L’abisso non ha comodi gradini”

È quel “deve” che mi ha dato un pugno sullo stomaco facendomi tirare poi un gagliardo colpo di tosse, perché la paura è la paura, anche a dirla la parola, più precisamente quell'”au” devi diventare quasi un lupo, quindi è paura, mica paurina, mica palula, come mi dicevano da piccola forse per farmi prendere meno paura, appunto.
“Deve” perché lei, la paura, c’ha due coglioni grossi come una casa, quindi non può essere smisurata, ha l’obbligo e il diritto di esserlo. Tanto da avere il pass o permesso di farti pigliare un infarto e farti tirare il calzino.
Non a caso la paura non fa mica due o tre, fa proprio novanta.

La paura ogni tanto ci vuole, per lo stesso motivo per cui ci devono essere tutte le più grandi e forti emozioni: ti rende viva, ti fa ribollire, ti fa riflettere, ti fa indubbiamente scegliere tra due vie, la più facile e la più difficile, e con questa scelta il primo che si misura non sei altro che te stesso.
Sei cosa mangi, dicono. Io dico che sei anche cosa scegli.

Gonna: San Andrès Milano
Giacca Kristina Ti
Occhiali: Felder Felder per Silhouette

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Comments are closed.
  1. Desirèe

    17 May 2015 at 19:59

    bellissimo questo look!

    http://www.thefashionprincess.it/

  2. Antela

    19 May 2015 at 9:00

    Lovely outfit and amazing pics=)
    KISSES from Italy
    http://blamod.wordpress.com