Feci la snob, e mi garbò

Feci la snob, e mi garbò

vladimiogioia_parisVabè, lo dico: a Parigi ho fatto la figa. Mi sono cambiata tre volte al giorno, ho usato macchine (nello specifico il servizio Blacklane) dotate di acqua minerale e riviste aggiornate, e ribadisco aggiornate (non come dal parrucchiere dove trovi ancora Gente di dodici anni fa), ho pernottato in un albergo in rue Saint-Honoré e sono andata in giro senza calze (anche perché a Parigi pareva primavera).
Quante volte si vive nella vita? Una. Ecco, appunto.

Poi aggiungo che mi sono cambiata spesso anche per accumulare look da pubblicare sul blog manco fossero bollini dell’Esselunga, solo che poi all’Esselunga ti pigli o una batteria di pentole o un set di lenzuola a fiori, io mi prenderò ricche manciate di like, ed è sicuramente meglio, dato che in casa non ho manco più spazio per un chicco di riso basmati; aggiungo inoltre che se mi fossi messa le calze avrei avuto caldo (giuro), e che se avessi voluto stare dietro a bus e metro ci avrei messo il doppio, non tanto di tempo quanto di fatica, dato che i backstage e le sfilate che avevo erano tutte abbastanza incastrate anche con le visite ai vari showroom e Tranoi. E che quindi avevo bisogno di un hotel in pieno centro con pianoforte a coda nella hall e di fronte boulangerie e Starbucks per ogni evenienza.
Non so se ciò significhi essere snob o semplicemente avere cura di sè per non “morire”, dato che venivo fuori dalla moda di Milano, un viaggio a Barcellona, e un bel po’ di progetti alle spalle, per poi dovere affrontare sfilate e backstage (che sono deliri unici e nei quali devi presentarti un’ora mezzo prima). Forse entrambe le cose, non m’interessa sinceramente.

M’interessa solo che mia prima Fashion Week di Parigi sia andata molto bene, grazie anche alla compagnia giusta, ed Anjeza è la compagnia giusta, abbia fatto foto spero interessanti, mi sia divertita, mi sia goduta un pochino anche la città, abbia fatto la bimbaminkia, e abbia conosciuto gente nuova.

Devo dire che la fashion week parigina per certi punti di vista, due nello specifico, non è così diversa da quella milanese, prima di tutto perché sono quasi tutti italiani, e secondo perché ci sono le stesse italiane che alle sfilate non entrano ma stanno fuori ad aspettare i flash dei fotografi. Solo che è tutto più grande, meno claustrofobico, e più “educato”, non a caso ho ricevuto tutte le risposte, negative o positive, di mie richieste d’accredito. A Milano se ti rispondono lo fanno con due calci virtuali nel di dietro.

Forse perché non è la mia città o forse perché ero più ispirata, ma a Parigi mi sono vergognata di meno.
Da blogger non dovrei dirlo, ma ancora, dopo anni, ci sono delle volte che mi vergogno a fare foto, specie in mezzo alla gente, o mezza ignuda. A Parigi evidentemente ho respirato l’aria annadellorussiana dato che mi sono lanciata anche in audaci abiti che qui non mi sarei immaginata nemmeno di appoggiare addosso.
Fregatene, fregatene, fregatene.
Con questo meraviglioso spolverino per esempio non ci sono arrivata nemmeno in fondo alle scale, ma è stata colpa mia: l’ho messo con nulla sotto, né tubino, né pantaloni, nulla, era troppo bello per metterlo con qualcosa, quindi l’ho messo con me stessa. Nuda insomma.
Bè, ve l’avevo detto che a Parigi avevo fatto la figa/snob (e mi è pure piaciuto), in questo caso, purtroppo, per due rampe di scale, ma l’ho sempre fatta.

Giacca: Vladimiro Gioia

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  1. Labrunettefashion

    12 March 2015 at 11:18

    Adoro i tuoi post!sono molto interessanti!
    E questo outfit è perfetto!

    Vieni a trovarmi su http://www.labrunettefashion.com

  2. Antela

    12 March 2015 at 12:46

    Lovely outfit =))
    http://blamod.wordpress.com

    • Lucia

      17 March 2015 at 8:02

      🙂

  3. Eni

    12 March 2015 at 23:04

    Beh, ci credo. E’ veramente bello e bellissime anche le foto.
    Hai fatto bene a non farti mancare nulla, bravissima. A chi non piacerebbe??? Aspetto le altre foto.
    Un bacio grande,
    Eni

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    • Lucia

      17 March 2015 at 8:02

      grazie 🙂