Chiamatemi solo se accadono “cose”

Chiamatemi solo se accadono “cose”

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Sono molto esigente in fatto di eventi, nel senso che le mie note non s’accordano con quelli monocorde, o più volgarmente parlando, con gli eventi in cui non accade un fico secco. Nello specifico quelli da cocktail-ino alcolico in una mano, e cucchiaino con meno-del-mono dose di tartarre di salmone scondita nell’altra, stando lì ad ascoltare una dj rigorosamente donna che si è fatta il cd la sera prima e finge invece, impegnata, di cambiare tracce.
Ecco, di codesti eventi che proseguono poi con l’“amore, tesoro, buccia di pomodoro” ne ho abbastanza.

Premetto subito che quando mi hanno invitata ad un evento di mattina, sabato mattina, mi sono gasata parecchio, uno perché io amo la mattina, due perché c’era di mezzo dello sport, tre perché da programma sarebbero accadute cose, per non parlare del dj, che sarebbe stato uomo, quattro sarebbe stata una cosa al femminile senza essere femminista.
Per questi motivi sopra elencati ho detto sì al “Breakfast Rave” di San Valentino firmato Bayer.

Tutto è iniziato sfidando i miei pregiudizi sullo yoga, dato che la giornata sarebbe iniziata alle 8,00 con una sessione di questa disciplina.
“Ah, ma lo yoga è per fighe di legno, non lo farò mai”, ho sempre detto.
Poi ho pensato a quanto fosse stupida questa affermazione, e quindi l’ho distrutta: ho fatto yoga.

E ho scoperto che:
1) Mi piace, nonostante non sia nel mio solito stile; per me che nuoto come una forsennata, che ho scoperto recentemente i go kart sul ghiaccio, che sto imparando ad andare sul surf e sullo skate. Insomma anche se è una disciplina calma, è pur sempre una disciplina, che mi da un diverso approccio alla meditazione (perché io medito e creo nuotando).
2) Sono pure bravina
3) Sono stupida quando mi pongo dei paletti, sono intelligente quando li abbatto.

Vengo al secondo motivo per cui l’evento è stato interessante: non sopporto i macarons e nemmeno mi piacciono, perché come i cupcake somigliano alle dj donne, una moda-mania a cui mettere un freno, tuttavia sono stati la base perfetta per i disegnarci sopra, ed io adoro, amo alla follia questo genere di attività, ovvero da bambina.
Mi sono un attimo preoccupata quando sulla scommessa “qual è il macaron personalizzato da Lucia”, la risposta immediata sia stata “il maiale”, perché non è la prima volta che io venga associata alla figura del maiale, ma preferisco glissare e pensare che sia un’associazione…simpatica, ecco.

Il terzo elemento figo del #Breakupandmove è stata la ginecologa, la dottoressa Lara, che ho, povera donna, letteralmente tempestato di domande.
Sono molto fiera del mio rapporto con la sessualità, perché lo prendo come un fatto normale, non come un qualcosa di cui vergognarsi, o un tabù.
È davvero triste sentirsi dire che l’Italia come paese sia uno degli ultimi in fatto di contraccezione (i primi indovinate? Facile: Sono quelli Nord-europei), e che ci sia così poca informazione. Che nessuno sappia come funzioni una spirale, cosa sia un impianto sottocutaneo (per chi non lo sapesse, una capsula da mettere sotto pelle che rilascia progestinico), o peggio ancora, un anello vaginale.
Io predico da anni il fatto che nelle scuole ci debba essere l’educazione sessuale, e che il costo dei condom sia più basso (come fa un giovane a permetterseli? Ditemelo voi). Ma io sono solo io.
Per quanto mi riguarda ho scoperto di nuovo il Sistema intrauterino (IUS), una specie di bastoncino a forma di T, che ogni giorno rilascia nella cavità uterina una piccola quantità regolare di progestinico che agisce localmente, a differenza degli altri metodi ormonali, e che libera la donna della “schiavitù del togliere e mettere l’anello, per esempio, dato che dura anni.

Insomma, o una ha una migliore amica che fa anche la ginecologa, o una che da grande vuole fare la ginecologa, altrimenti è un casino. Io ho delle amiche che non vanno mai dal ginecologo, e ciò è sconvolgente.
Se parto a fare filippiche in merito m’infervoro, quindi è meglio che mi fermi qui, ma di filippiche ce ne vorrebbero parecchie, dato che siamo donne tanto sfrontate da andare in giro vestito da Circo della Orfei, ma non da andare a farsi una visita.

Arrivo adesso agli ultimi tre motivi per cui ho apprezzato l’evento: come già anticipato sopra, c’era un dj maschio, è stata un occasione di vedere colleghi che non vedevo da tempo al mattino, situazione molto divertente, e in più finalmente, anche io ho provato i tipici dolori da yoga, sedere che tira, braccia di legno, addominali congelati.
Quei dolori che per qualche inspiegabile motivo ti fanno sentire da dio.
Mi stavo dimenticando: tutto ciò era in cima alla Diamond Tower di Milano, e visto il tempo, è stato un po’ come essere immersi in una nuvola di cotone, dato che il panorama era….bianco.

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