La timidezza non fa male, anzi

La timidezza non fa male, anzi

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Ogni volta che andiamo a fare le foto mi vergogno. Sempre.
Mi vergogno perché ogni tanto esco in “delle condizioni” non proprio di quotidianità, ovvero con parrucche, abiti corti o scollature estreme.
Queste foto le abbiamo scattate un po’ di tempo fa, ancora avevo i miei capelli naturali, faceva freschetto, ma non freddo, ed io ero mezza ignuda.
Poi è evidente che quando tu decidi di fare delle foto passino macchine a non finire, svariate donnine a far pisciare il cane, svariati omini col giornale sotto l’ascella o in mano, ragazzine con la borsa dell’Esselunga al braccio con dentro patatine, assorbenti e qualche barattolo di sughi per la mamma, cani, gatti e bambini, insomma il mondo intero a parte gli onnipotenti.
E tu ti vergogni ancora di più.
Nonostante ciò non sono quella che dice “vorrei essere meno timida”, perché penso la timidezza, in giusta misura ovviamente, non sia affatto male, anzi.
Voglio dire, è scomoda, perché potresti osare di più, perché vorresti sprofondare, perché hai paura che la gente dica qualcosa (e poi chi se ne frega, e invece…), perché, in conclusione, non ti senti a tuo agio, quindi alla fine la trasformi in arma di difesa.
Eppure, forse per perversione, forse no, mi piace conviverci, mi piace più che d’essere sfacciata (e lo sono o davanti ad una telecamera, o davanti ad un cliente).

Ho più d’un taccuino dove annoto frasi che trovo su Internet o leggo qua e là.
A proposito, questa la trovo bellissima, è di Emil Mihai Cioran:

“La timidezza, fonte inesauribile di disgrazie nella vita pratica, è la causa diretta, anzi unica, di ogni ricchezza interiore.” 

Non so se sia proprio di ogni ricchezza interiore, ma è certo segno di ricchezza interiore, di sensibilità, d’ingenuità, di semplicità. È un genere d’insicurezza che ci deve essere in quantità calibrate, perché ci catapulta un po’ nell’adolescenza, credo.
L’ideale sarebbe avere la creatività e la mente sgombra d’un bambino, la timidezza d’un adolescente e la maturità d’un adulto. È un ideale, come ho detto.
Credo affinché avvenga tutto ciò (quasi un miracolo praticamente) si debba essere capaci non di spolverare, ma di rispolverare, di scoprire e riscoprire, di giocare e saper congelare certe virtù, da scongelare nei momenti più opportuni, di apprendere e mantenere, di analizzare, o sbagliare con cervello.
Mica una passeggiata. Infatti è una corsa in salita, basta solo allenarsi.

Che poi io sono quella che a correre con i pantaloncini corti al parco si vergogna come un cane.

Total look: Alcoolique
Occhiali da sole: Felder Felder per Silhouette
Occhiali da vista: Silhouette
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  1. DESIREE

    29 December 2014 at 10:40

    bellissime queste foto!

    http://www.thefashionprincess.it/