Datemi dei Silhouette e conquisterò il mondo, a partire dal cielo

Datemi dei Silhouette e conquisterò il mondo, a partire dal cielo

litestyle

Ogni tanto sono scontata anche io. E non nel senso che in certi periodi dell’anno valgo meno, non sono come Viola Valentino, rimango sempre d’un valore inestimabile, modestamente. Ma nel senso che alle volte pure io faccio dei ragionamenti tutt’altro che contorti, bensì semplicissimi, tipo il seguente: ma quanto sono fortunata a divertirmi? Quanto sono fortunata a fare un lavoro mai uguale, che mi permette di creare qualcosa di raggiungibile, bello, colorato?
Quanto sono fortunata a creare “leggerezza”? Ad essere la paladina dell’ironia, ad accozzare vestiti e parole, allo stesso tempo? Ad aiutare me stessa e gli altri a liberare la mente, a farla volare? Ci provo sempre.
Quanto sono fortunata a collaborare con dei brand che mi piacciono?
Tantissimo.

Con Silhouette è una storia d’amore che va avanti da un po’ e andrà avanti da altrettanto, una breve conoscenza e poi è scattato il colpo di fulmine.
Fondamentalmente perché abbiamo una grande cosa in comune, il litestyle, il concetto di leggerezza nelle sue varie sfaccettature: io sono una persona leggera, tutt’altro che austera, Silhouette fa occhiali da 1,8 grammi ciascuno. Poco peso, ma tanto concetto, anche se per quel che mi riguarda io ho i miei “strani” concetti un po’ contorti che non sempre tutti capiscono (mea culpa), ma sempre concetti sono, via.

Forse per questo che sono diventata ambassador di Silhouette, c’è un… leggero feeling (battutona).
E in qualità di ambassador, io ed ormai il mio braccio destro o sinistro che dir si voglia Anjeza Tufina ci siamo divertite a creare dei look coerenti con l’idea della leggerezza, tenendo come materia d’ispirazione sia i modelli iconici da vista che da sole, che i nuovi fantastici modelli  Felder Felder for Silhouette. Davvero, sono fenomenali, e pesano una carezza di piuma.

E indovinate? Mi sono divertita da morire a pigliare trench trasparenti e abbinarli con completi le cui stampe ricordassero piume (Alcoolique), o abiti con stampe di bamboline dai pezzi rotti, più leggere di così non si può (Giorgia Fiore), o ancora trench traforati ma arricchiti da pietre colorate (San Andrès Milano), e tanto altro. Tipo i completi di Chantal Thomass o i fantastici sieri di La Prairie.
Insomma, è stato un lavoro di stile e di ricerca praticamente a 360 gradi. O meglio di stile e moda insieme, poiché abbiamo cercato di far combaciare questi due macro concetti soggettivi e oggettivi con la volontà di ricerca di qualcosa d’innovativo e non scontato.

E sarò sincera: ogni volta che mi metto gli occhiali da vista, i miei, quelli azzurri, mi sento un’altra, e non è un pensiero negativo, anzi. Anche se per un po’ ti dimentichi di averli addosso perché sono super light, per me sono esattamente come i vestiti, inconsapevolmente scelgo di mettermi certi abiti piuttosto che altri per la volontà di sentirmi X, Y, Z o perché mi ci sento già.
Ecco, ogni volta che mi metto gli occhiali da vista mi sento sicura, mi sento come se potessi conquistare il mondo a partire dal cielo (bè, ho le lenti blu).
E sono felice.

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