Noi donne siamo cretine, ma non è colpa nostra

Noi donne siamo cretine, ma non è colpa nostra

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Noi donne siamo cretine, ma non è colpa nostra. Voglio dire, ci riempiono di complessi, ci rendono complessate, di conseguenza diventiamo fissate, ovvero cretine.

Vai dal dentista e pare che i tuoi denti siano i peggiori esistenti al mondo, col morso spostato minimo, evidenti problemi di bruxismo, e quindi con la necessità di mettere un apparecchio a qualsiasi età e possibilmente molto costoso, perché si sa, “la qualità costa”.
Vai dall’estetista e il feeling è subito: “sono una brutta persona”, perché ti senti dire che hai una pelle orrenda, che avresti potuto fare di più per lei, che non la curi abbastanza, non bevi abbastanza, non metti abbastanza protezione solare, estate e inverno, che dovresti fare più maschere depurative, esfolianti, detox, e avresti dovuto fare anche più pulizie del viso nella tua vita, applicarti più creme idratanti, antirughe, sieri, per non parlare del contorno occhi, quello si trascura sempre, quindi mettiamoci in pace, avremo tutte tantissime rughe lì intorno.
Vai a pranzo con le tue amiche di dodici chili (scarpe comprese) e mangi come una camionista, e ti senti grassa nonostante tu non lo sia, perché lei mangia solo due foglie e mezzo di erba scondita, manco il sale ci mette, dice fa male pure quello.
Sei seduta di fianco alla tua collega che tiene una batteria di bottiglie di acqua al limone sulla scrivania e ti senti ingrata e piena di cellulite perché tu dodici mila litri di acqua non li berrai manco da qui alla fine dei tuoi giorni. E comunque tu hai sulla scrivania un’aranciata amare e un chinotto, due lattine.
La Nike bombarda i maroni sui social, tramite le sue blogger, la sua pubblicità, la sua comunicazione in generale, con la corsa, e se tu che sei quella che preferisce o il divano o andare a correre solo una volta al mese ti senti una perdente.
Vai a provarti i vestiti di campionario e se non ti stanno, sono 38, ti senti obesa, perché se hai una 42 ora sei obesa.
Viva Sofia Loren, diamine.
Vai in palestra e c’è quella che può permettersi di sfoggiare i pantaloncini corti perché ha un corpo da paura (lo dicono i giornali, i siti, la tv che quella ha un -magrissimo- corpo da paura), e tu pensi di essere una sfigata, perché saresti ridicola con quegli stessi pantaloncini.
A cena tu ordini pizza, patatine fritte e cheescake e la tua amica pesce rigorosamente bianco da ospedale, con tanto limone, solo quello, e insalata, e ti senti una merda.
La tua migliore amica è talmente tanto magra, e purtroppo adesso è diventato sinonimo di figaggine assoluta, che ha il buco tra le gambe (e non voglio dire quello, ma che se sta a gambe unite le si forma un ovale vuoto), e tu che non ce l’hai quel buco lì sei grassa.
Tu esci di casa praticamente struccata, senza fondotinta, né mascara, e vedi tutte le altre stra-iper-mega-truccate, e pensi di avere centomila brufoli e punti neri, quindi anche di andare a casa a truccarti (come se il fondotinta non professionale comprato e applicato da sole coprisse davvero le imperfezioni).
Vai dal parrucchiere e ti senti dire che hai dei capelli rovinati, che avresti potuto trattarli meglio, fare più impacchi, usare uno shampoo “magari non dell’Esselunga”, che magari costi minimo 30 euro, perché dai 30 euro in sù i prodotti sono risaputamente più buoni.

Ok: dito medio per tutto ciò, per ciò che ci dicono e ci fanno credere. La cellulite se una ce l’ha se la tiene, le gambe grosse idem, e le spalle lo stesso, poi sono ossa quelle, non ciccia.
Non dico “grasso è bello”, ma sano sì, normale. Ah, “normalità”, termine sconosciuto e difficile da assorbire ai più, ma non è colpa nostra, ci stanno bombardando con un concetto distorto di normalità che in realtà s’avvicina alla perfezione. E “normalità” è diverso da “perfezione”.

Ho rivisto le foto dello shooting di ieri l’altro e mi sono accorta di non avere il fondotinta steso bene, anzi troppo poco, e mi sono anche resa conto della palese presenza dei miei soliti odiosi brufoletti nei primi piani, quelli che l’estetista tanto schifa, e che per chi ce l’ha risultano sempre il quadruplo di quanti una ne  abbia realmente.
Pubblico, non pubblico?
Pubblico e non photoshoppo, io non ho la pelle a buccia di pesca, e come me nessuna. E in realtà la foto è una foto normale, con una, me, con la pelle non perfettissima, ma manco orrenda.
Ma intanto il dubbio me lo sono fatto venire.

Brutto mondo malato.

Vado in panetteria mi sento dire dalla signora del negozio: “Che succede che oggi non prendi i tuoi soliti dolci, stai male?”.
“No, sto benissimo, mi sono solo scofanata tre crostatine due ore prima”.
Meno male che c’è la panaia che mi ricorda sempre che effettivamente sono una persona meravigliosamente normale.

E poi, mi sento una figa vestita così.

Cappotto/abito: Byblos
Occhiali: Stella McCartney
Scarpe: Casadei

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Comments are closed.
  1. Desirèe

    23 October 2014 at 9:16

    confermo sei una figa così 😉 bellissimo post e foto meravigliose!!!

    http://www.thefashionprincess.it/

    • Lucia

      24 October 2014 at 6:50

      grazie!

  2. Iolanda Niglio

    23 October 2014 at 10:20

    Ciao Lucia, spesso anche io penso questa identica cosa, perché il normale non è più normale? Perché siamo così influenzabili dai pareri degli altri e abbiamo così poco rispetto di noi stessi? O meglio dei veri noi stessi. Per ora io sono felice di amare il mio aspetto e mi sento normalissima nella mia 42, anzi, quasi magra.
    Complimenti per questo articolo, mi piace molto.
    Un bacio Iolanda
    http://chasseursdechaussures.wordpress.com

    • Lucia

      24 October 2014 at 6:50

      Iolanda perché abbiamo un bombardamento continuo di modelli “anormali”.
      Godiamoci la nostra normalità 😉

  3. Maria Katia Doria

    23 October 2014 at 12:14

    io, che fumo due pacchetti (quasi) di sigarette al giorno, che mi ricordo della crema antirughe a giorni alterni, che sto a dieta un giorno e l’altro no, che meno della 42 non sono mai andata perchè so’ mediterranea e non è bello lo so, ma sono nata terrona e #checivuoifare, ti dico solo che le tue foto “graffiti style” mi piacciono da morire (e gli occhiali pure)

    • Lucia

      24 October 2014 at 6:51

      I love terronia e terroni 😉

  4. Sabrina

    24 October 2014 at 8:19

    Grande Lucia! Sia l’articolo sia le foto.
    Sabrina

  5. Ilaria

    24 October 2014 at 8:45

    Vero (e belle le foto).

    Viviamo in un mondo in cui Instagram funziona perché è lo specchio di ciò che desideriamo (e mi ci metto pure io ovviamente). Ovvero dei filtri, dei tagli, dei photoshop fatti più o meno bene per far sembrare tutto migliore ed essere tutti perfetti (e sorridenti). Una realtà parallela filtrata dalle impurità del ‘normale’, come lo definisci tu, con le imperfezioni che lo rendono vero, grazie al cielo.

    Ma al di là di questo mondo di plastica?
    Buona giornata, Lucia.

  6. Anna Paola

    17 November 2014 at 15:29

    finalmente una blogger normale …e vera… una che seguirò da oggi in poi
    Brava!

    • Lucia

      17 November 2014 at 17:50

      grazie Anna Paola 🙂