L’irrealtà, se la vedi con i tuoi occhi, terrorizza

L’irrealtà, se la vedi con i tuoi occhi, terrorizza

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È strano, in questo periodo sto scrivendo talmente tanto (per progetti miei, i cui frutti li vedrete nel 2015), che a volte mi fermo terrorizzata dicendomi: “Oddio, e se mi finisce quella perenne inspirazione che mi porto dietro dal diario di Pucci?”.
E poi da una parte mi rispondo che forse sarebbe meglio così, tanto pare oggi conti di più l’epoca dell’immagine che dei contenuti, dei numeri (finti), e delle gambe ignude e magrissime.
Ed è la verità, oggettivamente.
D’altro canto prego quotidie tutti i santi Numi affinché continui a scrivere come un fiume in piena, perché è ciò che più di ogni cosa, forse anche un po’ più del nuoto, mi da una carica pazzesca, e il più delle volte, ha la stessa funzione per cui lo yoga ha assunto per ormai tutta la comunità occidentale: mi placa.

Quando sono finita in questa cava abbandonata, avrei tanto voluto avere dietro un taccuino, per scrivere immediatamente cosa ho provato finendo lì, e non per caso stavolta. Cioè, avevo il telefono, ma uso le note del cellulare solo in casi estremi, e questo non era un caso estremo.
Una cosa estrema, piuttosto, l’abbiamo fatta con un motorino non troppo moderno, cercando di arrivare incolumi a destinazione, tra ciottoli, buche, dune, pozze di sabbia e varie ed eventuali.
Ma l’essere stata un po’ incosciente, per me che sono sempre la “mammina di turno”, lo ammetto, mi ha riempita ancora di più di entusiasmo, mi ha colmato di energy-botox che è poi stato rilasciato lì, in quella immensa buca con rottami abbandonati. Pian piano mi svuotavo d’adrenalina, quella siringa “frizzante” scendeva, ma piano piano, fino ad arrivare alla pace dei sensi.

Dentro uno di quei rottami abbandonati, un furgoncino, c’erano ancora un telo male fucsia da donna e delle scarpe, stile anfibi, da uomo. Più avanti c’erano pure delle orme fresche di qualche d’uno, che come noi, era venuto a curiosare, e alcune scie di ruote di moto.

Per un po’ ho creduto d’essere a Jurassic Park, una formichina impotente di fronte a cotanta grandezza; solo che i dinosauri non erano dinosauri, ma quelle pareti infinite che parevano toccare il cielo, le dino-pareti o le paretosaure.
Ho avuto paura che potessero cadere da un momento all’altro, in quel momento la mia flebo di botox stava impazzendo, perché così grigie e così tanto alte da essere irreali. E l’irrealtà, se la vedi con i tuoi occhi, terrorizza. È stato come trovarmi nella gola d’un pozzo senza acqua, senza una corda a cui aggrapparmi, solo con la possibilità di gridare, e di rimbombare con l’eco, ma senza il benché minimo barlume di speranza, perché tanto lì non c’era nessuno. Ma c’era stato qualcuno.

Poi ho visto un blocco di pietra con scritto “Ok”. Ok cosa? Ok abbatti qui, ok, monta qui, ok questo va bene per farci quello che dobbiamo fare. Ok in che senso?
Per me lì tutto era ok, nonostante avessi un po’ paura, ma anche quella era ok, alla fine, senza di lei non avrei potuto avere quell’animalino invisibile che mi pizzicottava la schiena facendomi, ogni tanto, fare una onda repentina con le spalle. E ogni tanto ne abbiamo bisogno, dei brividi, intendo.

Sì, mi sembra che i brividi, certe volte, siano ok.

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Comments are closed.
  1. Federica Di Nardo

    6 October 2014 at 8:47

    che belle foto!!!

    Federica
    http://www.thecutielicious.com
    The Cutielicious

    • Lucia

      6 October 2014 at 9:03

      grazie Federica!

  2. Dario

    6 October 2014 at 8:55

    Che bellissima ‘location’ che hai scoperto! Bellissime anche le rifelssioni e quell’OK finale…

    • Lucia

      6 October 2014 at 9:03

      grazie Dario 😉

  3. Debora

    7 October 2014 at 20:50

    Molto carina 🙂 Bacione!

    http://www.deboragemin.it

  4. Margaret dallospedale i

    12 October 2014 at 13:59

    Le foto sono spettacolari
    Che bello il tuo completo
    Un bacione
    Maggie Dallospedale Fashion Diary – Fashion Blog

  5. Carola

    13 October 2014 at 13:19

    ma come fai ogni volta a trovare queste location pazzesche? le amo ogni volta!
    tu che sei figa però non te lo dico più! 😉

    • Lucia

      13 October 2014 at 17:28

      ricerca…casuale! ahahaha