Quante volte ci sono passata lì davanti, sia con quella macchina sgarrupata con il tetto o fatto di polistirolo, o di ceneri umane compresse tra tessuto e quel materiale metallizzato che non so cosa sia, quello di cui è fatta la macchina, sia con il motorino, da sola. Ci sono passata decine di volte per andare al porto a comprare la cheespie, o dall’altra parte dell’isola a nuotare, e tutte le volte mi sono fatta sempre la stessa domanda: “Perché quell’hotel è chiuso?”. Non so, m’ero fissata, volevo sapere perché quel gigante alberghiero fosse abbandonato.
Ho chiesto ad un paio di persone, ma nessuno sapeva.
Due giorni prima di partire mi sono decisa a fermare il motorino davanti a quell’hotel, ho cominciato a circumnavigarlo e a cercare di spiare dalle finestre, la porta era sbarrata con un asse di legno, quindi non c’è stato verso d’entrare.
Praticamente l’hotel dentro era come se fosse stato lasciato di corsa, dentro bicchieri al loro posto, tavoli, sedie ammassate, ma niente di smantellato, come se fosse in “pausa pulizie di Pasqua”.
Avrei continuato la mia osservazione, ma un uomo grasso e a petto nudo, nella casa davanti ha cominciato ad urlarmi, millantando d’essere il proprietario e di andare via.
Non me ne sono andata, non ci ho creduto che quello fosse il proprietario, e poi mica facevo nulla di male, ma per il bene dei miei timpani ho smesso di circumnavigare l’albergo, uno di quelli tipici come quando io andavo al mare con la nonna a Igea Marina. Ho pure immaginato lo stesso odore misto di sabbia, “bambolina” e muffa, e pure il pranzo delle 12,30 a base di fritto.
Chissà se c’è un ping-pong da qualche parte, tutti gli hotel d’una volta ce l’avevano, chissà se i bottoni per accendere la luce sono bassi, chissà di che colore sono le tv analogiche lì dentro, grigie? Nere? O forse rosse?
Ho provato ad aprire il furgoncino dell’hotel, non era chiuso, e c’era ancora una bottiglietta d’acqua dentro, il che poteva significare o che ci aveva dormito qualcuno o che era lì da quanti anni…?
“Ma oltre all’hotel, la gente abbandona anche un furgoncino così, a caso? E per di più manco chiuso?”.
Ero affascinata, volevo capire cosa fosse successo.
Vado a casa e googolo “Hotel Alonia”, ancora ci sono siti dove prenotare camere, ovviamente non prenotabili (ho provato), e altri con recensioni, Tripadvisor compreso, risalenti più o meno tutte intorno all’anno 2003.
Sono tornata a Milano senza avere sciolto il dubbio, e forse è meglio così.
Sapere sempre tutto, il perché e il percome, sai che noia.
Camicia P.A.R.O.S.H.
Costume e gonna vintage
Scarpe Superga
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