Qui si fa la rivoluzione

Sto praticamente portando avanti delle rivoluzioni, con precisione due:

1) Una donna può essere sexy e dunque femminile anche con i capelli corti (#shorthairdontcare).
2) Non dare mai retta a nessuno in fatto di capelli, perché è come se tutti ti volessero vedere o più brutta o uguale a tutte le altre.

“Non tagliarti i capelli” è stato il grido disperato che ha sortito su di me lo stesso effetto della supplica precedente, risalente ad un mese fa circa: “non farti la frangia per piacere”; ovvero il famoso effetto-ombrello, mi sono fatta la frangia e poi mi sono tagliata i capelli alla Jean Seberg.
In entrambe i casi pentimento zero, anche perché quando taglio è come se davvero volessi tagliare un pezzo di vita per farne ricrescere un altro più “sano”. Io funziono come le piante, sto meglio se estirpo erbacce. È il tipico caso del luogo comune che è vero (tagli i capelli quando c’è qualcosa che cambia).
E in tutti i casi, o meglio, 9 su 10, dopo ogni mio colpo di testa, le stesse persone che mi imploravano di non far cambiamenti sono state le prime a dirmi: “No, Lucy, ma stai molto meglio così”. Che poi chissà che cambiamenti: la notizia è che i capelli ricrescono.
Se comunque il “peso psicologico” di farmi la frangia era paragonabile a quello d’una richiesta di matrimonio, figuratevi cosa è stato il mio annuncio di tagliare tutto. Sono svenuti tutti. Mah.
“Una donna non può stare senza capelli lunghi, sono ciò che la rendono donna”.
E da qui è nata la mia rivoluzione. La femminilità non sta nei centimetri che hai sulla testa, la questione è alquanto diversa, manco più difficile, ho detto diversa. E manco la spiego, perché penso sia abbastanza ovvia.
Certo, con i capelli sotto le spalle è tutto più facile, basta un colpo di ciuffo, un giocherellare con una ciocca, un tirarsi su la chioma nella maniera che noi donne sappiamo fare, ed è fatta.
“Le donne con i capelli corti sono meno attraenti”, si dice sul web. Sì, vorrei aggiungere “per l’uomo medio”, forse.
Le donne con i capelli corti hanno le palle. Mi sono trovata due settimane a Londra fa con una ragazza dai capelli cortissimi che mi ha detto che le donne-maschietto sono in generale più sicure di sè, hanno le palle, intimoriscono gli uomini. Penso abbia ragione, anche se ovviamente non è la regola generale.
Ma la cosa che mi ha scioccata più di tutti è come il 99% delle persone abbia una paura fottuta. Intendo, di staccarsi da quei numerosi fili in testa riproducibili con il tempo (tra l’altro). Pare che tagliare capelli sia come tagliarsi le vene, superare una prova, osare, essere coraggiosa.
Perché? C’è qualcuno che mi può trovare una spiegazione?
E poi quando tu “trovi il coraggio”, ne deriva una serie di “anche io”. Ovvero: “stai bene, quasi quasi me li faccio anche io i capelli così”.
È come avere paura di giocare, ma questo non è un gioco pericoloso, non è andare a 230 chilometri orari in moto, non rischi nulla, rischi solo di vederti diversa, ed è questo il bello. Io amo giocare.
E se ti piaci tu, piaci anche agli altri.
Quindi sì, lo ammetto, mi sono tagliata i capelli non solo per estetica, ma anche per una “battaglia”: la femminilità non è quella somma di robe scontate (tette, capelli, occhi a gatta), è ben altro. E non sto a fare esempi di celebrities solo perché le risposte più comuni (quelle che mi fanno incazzare) sarebbero: “Sì, ma Sharon Stone è Sharon Stone”.
Ed adesso bramo solo un bel bianco o biondo platino per ottobre.

P.s. I miei collage dono delle merde, ma mi piace perdere tempo ad imbastirne alcuni. Sono della “vecchia scuola” sbattimento massimo per il blog (qualsiasi sia il risultato). Sorry.
P.p.s. Grazie Les Garcons de la rue, ogni volta mi fate sentire una figa.