Gli esami li ho fatti, e m’è bastata una volta

Gli esami li ho fatti, e m’è bastata una volta

dottoreNon so se avete avuto mai durante la vita un sogno ricorrente così vero da essere preso come realtà. Nel mio caso, questo sogno o incubo capitava guarda caso nei momenti più edificanti della vita professionale, ed è incominciato a manifestarsi appena ebbi la nomina di Medico Veterinario Interino, in attesa di concorso, in un piccolo Comune della provincia di Arezzo, appena fresco di esami di Stato e d’iscrizione all’Ordine.

Certo non era facile per me, pensate che la maggior parte degli abitanti erano detentori, il minimo, di 10-15 bovini, che nel tempo avrebbero potuto avere bisogno delle mie cure. Fu, proprio una sera al bar della Caterina che giocando a carte con alcuni allevatori, uno di essi mi disse: “Se sei bravo a scopone scientifico figurte come sarai in gamba a curare una bestia!”. Dal fondo della sala si alzò la voce di un avventore, che giocava a boccette, che rispose: “Lo puoi dire di sicuro, il dottorino mi ha rimesso in piedi una vacca che davo per quasi spacciata!”.
Queste parole mi inorgoglirono e mi dettero una carica  super di fiducia. Tornato nella mia camera mi addormentai subito, e mi ritornò in sogno l’amata Bologna, io che percorrevo via Zaniboni a passo di Bersagliere, felice di avere sostenuto l’ultimo esame (Clinica Medica II°) con il libretto degli esami in tasca. Arrivato alla Segreteria di Veterinaria, lo presentai al segretario e gli domandai quando era possibile fare al più presto l’esame di Laurea (tesi già presentata). Sfogliando il mio libretto e consultando un registro dei verbali di esami, mi disse con voce tranquilla: ”Per accedere ala Laurea devi sostenere ancora un ultimo esame, in quanto una materia è semestrale e quindi per far tornare il conto per l’annualità  devi  sostenere un altro esame semestrale”. A questo punto mi sveglio di soprassalto, e mi domando: “Ma come non sei ancora Laureato? Oddio, ma come ho fatto a licenziare le carni stamani?”.
Un sudore freddo mi attraversava la schiena e non riuscivo a capacitarmi: ero alla disperazione perché in quel momento il sogno era diventato un incubo. Erano le 2 di notte, sentii bussare alla porta ed una voce mi disse: “Dottore, mi scusi per l’ora, ma c’è una vacca che non vuol sapere di figliare, può venire?”.

Quella parola dottore mi riportò alla realtà, e  vestendomi alla svelta, seguì con la mia 500L il padrone di quella “ voce” che mi aveva fatto uscire da quell’incubo.

Altre volte mi è accaduto di rifare quel sogno, ma a differenza della prima, non fu la voce di un uomo, ma la dolce carezza di Anita, che mi rassicurava che il mio era soltanto un sogno, sogno si, ma tremendo.

Gli esami li ho già fatti, e m’è bastata una volta.

Il Dottor Del Pasqua

Comments are closed.
  1. maddalena

    6 July 2014 at 6:13

    invecchiando lo so si diventa sentimentali, ma a me questo post ha commosso. Bravo Dottore!

  2. alessandra t.

    6 July 2014 at 17:41

    Ma lo sa, Dott. Del Pasqua, che anch’io ogni tanto ho un incubo simile? Per la serie:gli esami non finiscono mai..!!