Il futuro ha una certa Silhouette

Il futuro ha una certa Silhouette

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Io sono una di quelle italiane/umane medie che il futuro se lo immagina nella maniera meno futuristica possibile, ovvero come ce lo hanno descritto la maggior parte di registi/scrittori/animatori. Sì, hanno ragione loro, cioè sono d’accordo con il loro punto di vista forse più ovvio, ma del tutto plausibile: l’era post-moderna sarà quella zeppa di computer quasi umani (colpa del film Her), abiti chiari e “molto” anni Sessanta, macchine volanti, case realizzate con i materiali più leggeri del Pianeta Terra e di tutti gli altri pianeti annessi e connessi ovviamente, e caratterizzate da un design minimal (della serie: sarà l’epoca dell’estinzione totale del Barocco e Rococò. Rocowhat?).
Insomma, quello che è certo è che al futuro associo l’idea di leggerezza: i telefoni cellulari dovranno essere sottili come pezzi di carta velina, le tv strati di pasta sfoglia e interattive come in Fahrenheit 451 e i computer fogli di carta lucida. Gli edifici saranno tutti fatti di vetro sottile ma super resistente, gli aerei non esisteranno più, ci sarà il teletrasporto (si pagherà per codesto servizio, e non ci saranno né banconote né tessere per saldare conti, poiché si perdono troppo facilmente, io sono l’esempio in carne ed ossa della perdita di qualsiasi carta fedeltà, ma si pagherà tramite riconoscimento vocale). Avrò visto forse troppi film o troppi cartoni animati tipo Futurama o I Jetson? La risposta è senza dubbio la seguente: “sì”. La riflessione successiva è: “e allora?”.

Comunque ringrazio tutti questi film o cartoni perché mi hanno fatto riflettere su un concetto: il futuro, che va di pari passo con l’innovazione, spesso vuol dire leggerezza. Esempio: nelle case del 4000 dei film “futuristici” non si vedono mai mobili di ciliegio o apparecchi televisivi più profondi di tre centimetri. Insomma, si tende a togliere più che aggiungere, nonostante si progredisca. E se ci si pensa alla fine “togliere” significa aggiungere in senso non “visivo”, ma nel senso dell’innovazione: un televisore grosso quanto una casa e spesso cinquanta centimetri non significa che abbia più opzioni perché più grande, anzi il futuro è esattamente il contrario: più è sottile e piccolo, più è “avanti”.

Tutto ciò per dire (dopo un fiume random di parole a mo’ di monologo un tantino sconnesso, forse) che il futuro “ha una certa Silhouette”, e che gli occhiali Futura di Silhouette incarnano perfettamente la mia idea di futuro (e non solo la mia, visto il nome che gli è stato dato): sono leggerissimi, elastici, e hanno un’asta colorata che percorre la maschera come un sottilissimo e “tecnologico monociglio” (detto così pare una cosa da sfigati ma non lo è). E’ come se i Futura fossero una tendenza del futuro non prossimo, e adesso ci fosse concessa una tangibile preview. Sono gli occhiali del futuro per celebrare il passato, cinquant’anni di storia del visionario brand austriaco, che seguendo lo spirito avanguardista della design week, incarnano uno stile Avant Litestyle (concetto che ho capito dopo un po’ perché fa parte di quei termini un tantino troppo filosofico-astratti per il mio cervello ultra concreto), e alla cui base stanno le idee di leggerezza della materia e di innovazione; quindi chi indossa degli occhiali “Avant-Litestyle” è automaticamente fuori dal tempo (allora io voglio essere Jane Jetson e avere pure “la maschera del mattino”) pur rimanendo nell’era moderna del secolo ventunesimo, e senza dubbio originale. Io per esempio ho scelto di essere la principessa Leila con le punte dei capelli verdi e una specie di K-way giallo limone. Le principesse con i vestitini blu e le scarpe dal tacco medio sono roba vecchia, anzi, passata.

Durante il Fuorisalone, dall’8 al 13 aprile, ci sarà la possibilità di entrare nel mondo Futura e Silhouette grazie ad eventi, istallazioni e spazi dedicati. Insomma: ogni giorno (in via Voghera 14) ce n’è una.
Per tutta la durata del Fuorisalone, dalle 14 alle 22, per chi ha il coraggio di volersi trasformare in un “qualcheduno di diverso” ci sarà uno spazio dove verranno realizzati degli scatti con indosso gli occhiali Futura o Icon, che poi verranno mandati via mail e caricati su Facebook  sul canale La Visione della Leggerezza. E’ concessa e ammessa la linguaccia anche se il Miley-style ha rotto le scatole, ma non la duck face (quella proprio non l’affronto). Personalmente vi consiglio di andare l’11 o il 12 perché ci sarà una consulente di stile, Angelica (che è fantastica, mi ha fatto prendere degli occhiali che amo), con uno staff di make-up e di hairstyling per preparavi meglio allo scatto. Non so, se volete il labbro superiore rosa e quello inferiore rosso per essere ancora più originali, potete chiedere.
Ci sarà poi uno spazio Futura is now, la cui scenografia prende ispirazione dalla campagna del fotografo Mark Mender del 1974 che a sua volta rievocava il satellite russo Sputnik, in cui saranno esposti tre manichini che ricreeranno altrettanti differenti outfit studiati sui tre Futura di differenti epoche (1974, 2004, 2014); e un altro ancora chiamato Litestyle Atelier, in cui cinque ambassador interpreteranno lo stile della leggerezza con la propria arte. Ad aprire questo spazio, il primo giorno sarà presente l’artista Beatrice Marchi, per poi continuare con il fotografo Ivan Sarfatti, la pittrice Viviana Valla, lo scultore Simone Mocenni Beck, e concludere con la food designer Francesca Alberoni.

Se vi paresse poco niente paura: c’è un altro spazio ancora, chiamato LiteStyle Garden, quello esterno della corte, dove sarà allestito una specie di giardino futurista con dj set e aperitivi serali.
Non so se “giardino futurista” voglia dire due sassi e un filo d’erba, e “aperitivi” nello spazio futurista due gocce di limone e una di rum(spero di no), ma io andrò. Se poi mi daranno un drink fatto con tre gocce in tutto dovrò solo ringraziare di vivere nel presente, perché il mio concetto di drink non è minimal per niente.

Occhiali Futura by Silhouette
Completo celeste: Raoul

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I don’t think the future will be something “futuristic”. I really agree with the most film directors, writers and animators who described it as being something not much different from today. I think they are right: the future will be full of “human computers” (much like in the film “Her”), geometrical dresses, houses made of the lightest materials and characterized by a minimal design (Baroque and Rococo will retire). The future is all about lightness: smartphones will be ultra thin, televisions thick as paper and interactive (like in the film “Fahrenheit 451”), airplanes will disappear because we could be teleported and we won’t have to reissue our lost credit cards again because we’ll be paying via vocal identification. But who knows – maybe I saw too many films and cartoons…

So, this will be the “silhouette” of the future – and the sunglasses “Futura” by Silhouette perfectly embody my idea about it:  they are very light and elastic and they have an ultra slim yellow line covering the mask like a “technological mono-eye lash”.
Futura are the sunglasses of the future celebrating the past (Silhouette is now 50 years), and, following the Milano design week
avant-garde spirit, they personify an Avant Litestyle: a style that even if it takes you to the future, you’re still living in the spirit of today.
If you want to enjoy the “Futura world” during the design week, (from the 8th until the 13rd of April) you are all invited in via Voghera 14, in Milan. Cocktails, events and shows will be part of the daily schedule!

 

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Comments are closed.
  1. Francesca

    8 April 2014 at 13:35

    Non impazzisco per gli occhiali, ma certi scatti sono stupendi!

  2. Federica Di Nardo

    9 April 2014 at 19:12

    Loo fantastico.. e mi è piaciuta molto la tua riflessione sul futuro 🙂

    The Cutielicious
    http://www.thecutielicious.com
    Federica