La ribollita (Lambrate) su un piatto di Rashid (Fuorisalone)

La ribollita (Lambrate) su un piatto di Rashid (Fuorisalone)

SAMSUNG CSC

Il Fuorisalone è pieno zeppo di hipster. Ma dai? Giuro che non c’avevo fatto caso. E tu con le tue flatform e il tuo zainetto di un marchio hawaiano di nicchia e il calzino comprato sull’e-commerce americano che nessuno conosce (a te l’ha fatto conoscere il fratello dell’amico di tuo zio) chi diavolo sei?
Non è una notizia, eppure tutti la trattano come tale: la Design Week attira hipster. E ciò è quotidianamente scritto su siti, Facebook, Twitter, hanno pure fatto una carta igienica con scritto “Hey, il Fuorisalone è hipster”. Ok, non l’hanno fatta per davvero, la farò io (Scottex, che ne pensi di una partnership?).
Nel senso: l’anno scorso lo potevi scrivere, quest’anno, che è l’anno del Cavallo ma anche dell’hipsteria, no. E’ come dire: la design week è piena di designer (è normale).
Sia chiaro che io penso lo stesso: troppi scatti fissi e baffi col ricciolino in giro, ma non lo scrivo (anche se l’ho appena scritto).

Un’altra non-notizia è la seguente: la design week è la nuova fashion week. Si sa, ormai le aziende di moda hanno il complesso d’avercelo più corto quindi non possono non fare qualcosa durante quella settimana. Così le giornaliste di moda hanno altri sette giorni per morire (perché se la devono fare tutta, ordini superiori dai coordinamenti e da chi paga), le blogger hanno altro tempo per sgambettare e bere quelle due dita di prosecco della Coop e le checche isteriche per emettere urletti nei confronti dell’amica bionda incontrata per caso al party esclusivo in cui c’è tutta Milano-Rozzano e vuoi farti mancare la Brianza? Certo che no.
Insomma: con gli anni abbiamo imparato che la Design Week è piena di barboni di nero vestiti (loro sì che sono vestiti originali), dotati di pantaloni che paiono snellenti, in realtà sono solo di diciotto taglie in meno (e che stanno addosso a squinzi già secchi finiti), la camicia abbottonata fino all’ultimo bottone fino a farli schiantare, risvolti come se piovesse, a caso, e bici super light sotto al culo, in alternativa moto customizzate a modino da Deus.

Abbiamo imparato che c’è tanta moda, in generale, che gli alimentari e i bar più sudici sono i più gettonati perché fa figo dire “sono andata dal sudicio”, e che “ci si becca dopo” vuol dire “non ci si becca più.
Ok, 10 e lode, lezione imparata. Andiamo avanti.

Lambrate è l’ombelico del mondo del Fuorisalone, perché è fuori. Nel senso che c’è gente fuori, in tutti i sensi: c’è un’attraente contrapposizione tra chi, dentro il Fuorisalone, è fuori di testa (tipo perché è vestito come uno sbirulino anoressico con i baffi da Capitan Findus), e chi si trova dentro il Fuorisalone per caso (vecchietti a bere il vino con l’aceto al barrino “Bar Lambrate” – a Lambrate un’insegna su due sbandiera il nome del quartiere – mamme che vanno a prendere a scuola i figli, ragazzuoli con il motorino tarocco al parchino a fumare sigarette, e così via). Voglio dire: la normalità al Fuorisalone è davvero interessante.

Io amo Lambrate. Quando c’è il Design è come dire: prendo la ribollita (Lambrate) e la servo su un piatto di Karim Rashid (Fuorisalone).
Tortona è mainstream, ma in questo caso tutti vogliono essere mainstream (solo perché pensano che Lambrate sia troppo lontana dal “centro nevralgico del nuovo mondo”– falso – e Brera troppo fighetta), quindi si fa “il ponte”, si rifiutano quei diciottomila volantini che ti ficcano praticamente in gola, si incontra il mondo, e ci si incazza per il casino.

“Te che fai stasera? Festa elettronica o party del designer più figo del mondo?
Mi friggo le patate a casa perché io voglio essere diversa, voglio essere come l’hipster originale: evitare la massa e andare a fare cose a caso, purché di nicchia (come friggere le patate, ormai tutti le comprano già fritte).
Ah no cazzo, dimenticavo una cosa fondamentale: ora tutti vogliono essere i Masterchef de’ Casa Nostra, quindi le patate ormai non sono se le fanno da soli, ma vanno a cercarsele dall’orto biologico del nonno dell’amica delle Elementari che sta in provincia di Varese (per arrivarci deve avere la Gip, perché la strada è davvero sconnessa).
E siamo a tre non-notizie. E?’una tragedia SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSCbike SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC ebay3 SAMSUNG CSC ebay6 SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC kartell SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC samsung SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC silhouette3 SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC silhouette6 SAMSUNG CSC silhouette8 SAMSUNG CSC silhouette10 SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC

Comments are closed.