La moto è integralista

La moto è integralista

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E’ stato pazzesco. La sua faccia era pazzesca, con quella mezzaluna da Sofficino Findus e gli occhi brillanti di stupore. Sono montata in sella della mia moto del cuore, che per l’appunto è rossa come il mio inseparabile rossetto, il mio colore preferito, e lui mi viene davanti e mi fa: “Finalmente una donna sulle nostre moto!”.
Ma se su ciascun sellino dell’intera fiera c’erano più chiappe avviluppate e strizzate in leggings di plastica che centimetri totali di pelle di tutti i sellini dell’Eicma!
E poi dai, le Royal Enfield sono le moto perfette per una donna, sono delicate, sono come un vestito della nonna, come uno di quei completi pied de poule trovati ai mercatini, come una borsa di pelle del babbo. Sono degli oggettini che non mi fanno pensare ad altro che a quei film con lui con il cappello a tesa larga e a lei con i seni a punta, il vitino di vespa e le cosciotte “importanti”.
Avvicinarmi al mondo delle moto è stata una delle cose più belle che avessi mai potuto fare. Rappresenta una di quelle robe che dovevo fare entro i trenta, come prendere Lina, imparare ad andare su una tavola da surf (spero quest’estate), e tante altre cose. Tante.
Tutti che mi dicevano “E’ pericoloso”, “Ma sei una donna”. Tutti che mi dicevano troppe cose a cui non dovevo dare retta. A me la moto piace, m’è sempre piaciuta, già mi vedo con due paia di mutande, tre magliette e uno spazzolino da denti nello zaino a viaggiare verso la Spagna, la Francia, verso nuovi orizzonti. Devo quindi diventare più ricca per comprarne una, anche se prima devo prendere la patente, ma sta andando bene anche scuola guida.
E’ quasi inutile dirlo, perché chi ce l’ha lo sa: la moto, come la bici, ti rende leggero, forse perché le ruote sono due e non quattro, ti rende orgogliosa, forte, forse perché il freddo e il caldo li senti in maniera amplificata, forse perché rispetto alla macchina devi “soffrire” un po’, devi avere per forza un certo tipo d’abbigliamento, devi amarla e basta insomma.
“Guarda che in moto mica puoi mettere i tacchi”. Sorry, but non me ne può fregare di meno. Ci sono gli zaini apposta per mettere dietro un bel paio di Zanotti.
“Ma tu che ne capisci?”. Un emerito nulla, ma non bisogna essere fissati per amare qualcosa. Io non sono fissata manco con la moda, non mi faccio le seghe mentali su collezioni astratte o sul dizionario dei vocaboli fashion. Eppure ci lavoro.
“Lucy che moto vorresti?” A me piacciono quelle vecchie, a me piacciono le Triumph, le Honda d’una volta, a me piace la Royal Enfield rossa.
E comunque non vedo l’ora. Non vedo l’ora di trovare un gruppetto di motociclisti che la domenica venga con me a fare merenda al lago, a pranzare al mare. A fare quelle gite dove ti godi tutto, perché non parli con nessuno, se non in silenzio con il paesaggio. La moto è integralista, totalizzante, è così e basta, rappresenta una relazione indissolubile e salda: è solo con lei che condividi quella collina, quella strada, quell’asfalto grigio. Con nessun altro.

Foto scattate con Samsung Galaxy NX

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  1. Martina Elisabeth Asch

    13 November 2013 at 11:03

    Te l’avevo detto forse che noi abbiamo una Harley Davidson la “sweet sixteen” arrivata il 16 luglio 2008. Il mio compagno è un Harleysta par excellence, io NON sono una donna biker ! 😀
    Ho messo il mio di dietro sul di dietro di una moto che avevo già superata i 40 anni … il trauma !!
    Il mio compagno è bravissimo a guidare anche perché li ho detto che se avesse fatto qualche cazzata non sarei mai più salita, sulla moto.
    E’ così in estate io borghese, mancata rocker e paurosa mi trasformo in pseudo donna biker: biker boots, jeans cattivi, gilet di pelle su pelle nuda ( evviva la zarraggine !) , smalto nero, grossi anelli d’argento, RayBan e casco, passo felpato da camionista, sguardo perfido e superiorità assoluta ….. ( dopo mezz’ora mi fa male il culo e mi scappa la pipi in continuazione perché la Harley è un vibratore … )
    Ho sempre un pochino di paura ma riesco comunque a godermi i giri che facciamo.
    Il dispetto più grande che puoi fare al mio uomo è una ditata sulla moto appena lucidata.
    Ma io in fondo sono peggio: giù le mani dalla mia bambina ! Don’t touch my Harley, I could kill you !
    L’anno prossimo quando hai la patente ti aspetto sul lago di Como e passiamo una strepitosa giornata insieme, ti va ?!
    Martina
    BloggHer women’s kaleidoscope