Fenomenologia della resurrezione post-maschio

Fenomenologia della resurrezione post-maschio

3b88eb9d590f99375693b29205923052Quando “torni ad alzare la testa” accade sempre ciò che io continuo a ritenere un fatto mostruosamente incredibile: anche se sei più o meno un cesso, o non proprio un fiore, hai la fila-da-numerino-da-macellaio di quelli che ti scrivono/vogliono uscire con te/ti notano, etc etc etc. Ma com’è possibile? Mica sono “la classica figona” io, e nemmeno una figona e basta.
E’ una di quelle cose che non capirò mai, l’unico fatto che ho compreso è che accade in certi momenti della tua vita, quei bellissimi momenti di “rinascita” dopo un bruttissimo “lutto”.
Un giorno Serena mi scrisse: “Lucy io adoro le ripartenze, ti danno sempre una carica pazzesca”. E da 1 a 10 è vero 20, mi ci voleva “una Serena” che me lo dicesse per rendermene davvero conto. Un po’ come i libri del Dalai Lama, lui dice cose ovvie, geniali, però c’è bisogno che te le dica.
Hai carica perché sei orgogliosa, vuoi dimostrare a te stessa e agli altri chi diamine sei, perché non vuoi morire, ma continuare a vivere serena, adrenalinica e bella, con il culo ancora più sodo e le tette ancora più a punta.
Quindi, ci sono dei periodi in cui due sono le cose: o credi di essere la più figa del pianeta (eppure fino a ieri non ti cagava nessuno) oppure hai semplicemente una luce nuova, sei radiosa. Nel mio caso la seconda. Ed è lì che accade che un giorno tu esci con i leggings colorati aderentissimi, le Jeffrey Campbell nere, il giubbotto di pelle e il rossetto rossissimo che il tizio figo in macchina ti ferma per strada e ti chiede se vuoi un passaggio, che vai al Deus e t’abborda un tipo manco tanto male, che vai a ballare e un fattone ti dice le cose più belle che qualcuno ti abbia mai detto in vita tua, che ti chiama il tipo che avresti voluto ti chiamasse. Che esci e spacchi.

Praticamente anche chi non è Kate Moss, come me, dopo certe situazioni, è come se ci si sentisse. Sono quei rari sprazzi di vita in cui una donna non si lamenta della ciccia e dei capelli che non hanno un verso.
C’è anche da dire una cosa: accanto alla rinascita c’è tutta una parte manageriale di risposte a richieste maschili, che vengono da tutti tranne che dall’ex-lui. Tu ci speri da una parte, ma dall’altra ringrazi il cielo che non ti chieda mai più niente.
Allora se uno ti invita a cena e tu dici di no, te la tiri. E invece non ti piace per un cazzo e basta.
Se uno ti scrive su Facebook e tu non rispondi entro cinque minuti dopo aver visualizzato dopo due sei una figa di legno milanese. A parte che io sono toscana.
Se uno ti chiede se ti va un caffè e tu rispondi “Sì, ci sentiamo lunedì?”, allora tu sei quella che indugia, temporeggia per evitare di dire “no”. Sì, proprio io.
Se uno esprime il desiderio di vedere un film con te e tu rispondi “Sì, ma al cinema”, allora tu sei quella che ha paura, perché “cosa credi, che succederà qualcosa?”. Eh bè.
Se uno ti chiede di andare ad una festa con lui e tu rispondi “Vengo con un’amica, ok?”, allora tu sei quella che vuole evitare il confronto. Ma se tu mi porti ad una festa con decine di persone?
Le cose sono sempre più difficili di quello che sono, ma perché la gente “è poco serena” in generale, ama il dramma, i casi clinici complicati.
Se uno ti invita a casa sua e tu rispondi “Perché No?”, allora è fatta, è semplice.
E accanto alla rinascita, alla parte manageriale, c’è tutta una parte di stupore. In genere tu muori e rinasci con delle mancanze che vanno colmate. Queste mancanze sono, per esempio, un invito a cena in un posto non figo, ma perfetto per le tue corde, una richiesta d’un week end a bere vino nel Chianti, una domenica a cogliere i funghi… capito?
Ecco, quando ad un tratto queste richieste ricompaiono tu non ci credi. E ti chiedi se sia possibile, se sia vero che qualcuno ti abbia davvero chiesto di andare a fare una passeggiata al mare in autunno, di andare a mangiare polenta in un paesino sperduto del Veneto, che abbia pronunciato la seguente frase: “Ti riaccompagno a casa, non stare a prendere un taxi”. Ma davvero? A me?.
E accanto allo stupore ci sono pure le riscoperte: di uomini che “parlano”, che ti aprono la porta e fanno entrare prima te, che ti fanno un complimento in più, piuttosto che uno in meno.
La fenomenologia della resurrezione post-maschio, di-te-stessa-e-basta e pre-altro-maschio è qualcosa di fantastico. Pensare che tanti hanno paura di risorgere, pensare che tanti hanno paura e basta.

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