Ti voglio bene. Senza senso.

Ti voglio bene. Senza senso.

Black_mirNessuno sa niente della mia vita privata, certi penseranno sia lesbica, certi altri asessuata. Il fatto è che ho fatto una scelta, quella di condividere gran parte della mia vita con la rete, in rete, ma non volevo finirci in trappola. Comunque sono etero, mai stata fidanzata, ma etero, la classica “Sora Camilla”. Ho ovviamente avuto degli uomini, pochi lo sanno perché ho un grosso difetto, che io considero un grande pregio, da una parte, che è quello di non parlare, quasi con nessuno. Le persone hanno sempre dato per scontato che io sia quella che agli appuntamenti “va da sola”, io ho sempre voluto così. Per me il privato deve davvero rimanere privato. In compenso scrivo, sono una che parla tanto di puttanate, zero delle proprie cose e scrive tutto, ovunque, anche sulle mani.

Stamane non ho fatto colazione con i miei soliti cereali alla crusca, ma con gli Abbracci, e mi sono alzata dal letto alle 9, tardi per me. Stamane ho la testa che mi tamburella, come se qualcosa volesse uscire rimbalzando dalla nuca alle tempie. Mi fa un male cane. Piglio un Moment.

Stamane non dovrei fare quello che sto facendo, ma giuro che non ci posso fare niente, ieri sera non riuscivo a dormire e le mani sono finite sul mac, così, da sole, sull’admin del blog. Poi ho giurato a suo tempo di fare tutto quello che mi sarei sentita di fare, e di non avere filtri, soprattutto con me stessa. Poi, purtroppo, l’ho perso, quindi dubito che leggerà, e se leggerà avrà tutto il diritto di dirmi che non avevo diritto di scrivere. Ma non me lo dirà perché mai mi scriverà.
Poco tempo fa feci un post sugli allineamenti, cazzo è stato un fottutissimo presagio, dovevo fermare la penna (digitale). Dicevo che se due persone non sono allineate non possono stare insieme. Il brutto di aver ragione è quando sei tu a far parte della condizione, il brutto è quando ti succede, è brutto fare scelte drastiche.

Certe scene, quelle in cui ti trovi a tavolino, a dover fare una scelta dovrebbero rimanere confinate nei film. Ti dici sempre che non possono essere vere, non possono capitare a te, e invece sì, la vita è un film.
Al semaforo un signore: “Signorina tutto bene?” – Non è niente – Non ci crede lui, ma soprattutto te, i tuoi occhi non hanno più punti cardinali, ma coste frastagliate che fluttuano.
Sul tuo mp3 passa la tua canzone preferita degli Afterhours, che in quel momento vorresti solo ascoltare al contrario per non capire: “C’è qualcosa dentro di me che è sbagliato e non ha limiti, c’è qualcosa dentro di te che ha sbagliato e ci rende simili”. Voglio che questo film finisca al più presto.

Pedalo, sudo, penso che non abbia senso, come se dovessi arrivare al più presto a casa, come se a casa fossi immune da qualsiasi emozione, alla mia entrata Lina mi calzasse immediatamente addosso uno scudo emotivo. Non è stato così, ma sono arrivata con due dighe sulla faccia felici, loro di straripare, io no, senza sosta, e la schiena bagnata. Mi siedo ancora con il giubbotto di pelle e le cuffie. Mp3, Tiromancino, La descrizione di un attimo, Due destini. Voglio uscire da questo cazzo di film. Ora.

E invece no, continua, mi si stampa pure, mentre fisso Lina dal divano abbracciata al mio piede, la pellicola nel cervello di come il film era cominciato bene, con due persone che stavano bene, entrambe leggere, senza pensieri, due rette parallele che ogni tanto si incontravano e diventavano felicemente perpendicolari.
Poi quel cazzo di allineamento: c’era chi non pensava, forse non voleva pensare, e chi ogni tanto pensava a mettere sull’attenti. Avvertiva, diciamo.

Il film è durato un anno, poi in poche ore è finito, sembra incredibile, una retta voleva essere parallela e l’altra un po’ più perpendicolare. Una cosa bella di più d’un anno è finita in trenta minuti. Pare assurdo che si debba dire “basta” a certe cose belle, no? Penso ancora non abbia senso, né razionalmente né emotivamente. Ma qui entrano le signorine aspettative, e chi se le piglia quelle perpetue lì, se sono diverse non si può stare insieme.
Da una parte mi dico: “Ma Lucia, di che ti stupisci, è sempre stato così: tutti che ti vogliono perché sei divertente e creativa, ma non ti vogliono sul serio”. Dall’altra mi dico: “Due persone non possono stare bene allo stesso tempo e stare male sempre allo stesso tempo, dovrebbe essercene solo una a stare male quando qualcosa finisce”.
Io credo fermamente nella libertà di scelta e di parola, nella spontaneità, credo nelle rette parallele che ogni tanto s’incontrano, ma devono pur sempre rimanere parallele, credo che in fatto di sentimenti nessuno debba convincere nessuno, che si debba ascoltare, in ordine cronologico, prima la ragione per poi fare sconvolgere tutto dal cuore, nel bene o nel male. Credo anche che in certi casi ci si accorga veramente di cosa si provi e si sia provato solo quando si perde una persona, che ti si possano smontare tutti i pensieri costruiti in un secondo. Credo sia difficilissimo dire “addio” e continuare a volere un bene cane sempre a quella persona, ma di non avere un’altra alternativa, “deve” essere così, mi dicono. Poi magari te ne penti, ma non puoi fare niente, non dipende da te, tu la tua di scelta ce l’hai chiara nel cervello, ed è quella di vivere, viverla.
Credo che non sia facile capire una come me che fa faccine ovunque con qualsiasi cosa, scrive cose a caso, dice un monte di parolacce, ed è ovunque. Credevo fosse tutto più facile, perché pensavo non dovessero esistere ostacoli, paletti o complicazioni a qualcosa di bello. Mi sbagliavo. Non è facile adesso, e nemmeno domani perché non puoi cancellare in una notte un pupazzo, un’espressione, una parlata calcistica. Io ti voglio bene ora, e anche domani. Vorrei che accadessero cose, ma so che non accadranno. Fare scelte è un po’ come un problema di matematica, che per me non è mai matematico in realtà, ma è un problema e quindi una cosa difficile, che spesso non ha razionalmente senso. Ho sempre preferito la letteratura. Ho sempre preferito la sincerità ad ogni costo (e rischio), ho sempre preferito…, io, ho sempre preferito essere serena nel lungo termine e ogni santo giorno.
E adesso, ve lo chiedo per favore, non scrivetemi “troverai di meglio”, “passerà” o puttanate del genere, perché non me ne frega niente. Nemmeno di quelli che passano le loro giornate a chiedermi se sono libera o no. Era soltanto uno sfogo, fate finta che questo post non sia mai stato scritto. Vorrei farlo anche io. Sono una donna con le palle, ma pur sempre una donna, ho pianto pure per il film di Lady Diana, che è la cagata più cagata del mondo.

Faccio finta che oggi non sia una giornata social in cui devo postare foto in cui sarò serena, faccio finta che oggi qualsiasi specchio sia nero, non mi piacciono così i miei occhi. Non farò finta non sia successo niente, che è qualcosa che ha per me poco senso, ma mi impegnerò a riprendermi presto, nel frattempo risparmiate le domande.

Comments are closed.
  1. fabia leoni

    16 October 2013 at 8:23

    tutta la mia stima

  2. Elisabetta

    16 October 2013 at 8:24

    <3

  3. Guapita Tondita

    16 October 2013 at 9:29

    Io ti bacio e ti abbraccio forte. Nessuna domanda. I Perchè? mi stanno sul cazzo!

  4. smilingischic

    16 October 2013 at 11:14

    e noi ti ascoltiamo in silenzio. se può servire. un bacio

  5. The Glamour Geek Girl

    17 October 2013 at 11:10

    Niente domande, ma un’affermazione. Sei una donna con le palle. BRAVA