#htcfashionweek

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“Quest’anno è stata tosta”. Sì, ok, questa frase la proclamo ad alta voce tutti gli anni, e tutti gli anni sempre in accompagnamento alla mia manona sinistra che, diretta e secca, da destra e manca, come se dovesse fare cenno all’aiutante cuoco che quelle carote vanno tagliate a rondelle precise (r-o-n-d-e-l-l-e capito?), mi pare sia pure vero (che la situazione sia sempre più tosta).
I punti sono sempre gli stessi: calendario serratissimo, sfilate, presentazioni, eventi, compleanni di parenti, gatti che si tuffano nel cesso da recuperare, supermercati che chiudono alle 21 (e tu ti presenti lì, pure infastidita, alle 21,30 perché vuoi il tuo cous cous single già pronto), amici che vengono a Milano con cui stare (che bello!), televisore che decide di rompersi, bicicletta che decidono di rubarti, abiti da prendere e da consegnare… Sì, forse è stata dura sul serio. Il tutto in una settimana: sfighe, lavoro, uscite, e un neofigliogatto a cui badare. Ma a parte le sfighe, tutte cose belle.
Tralasciando poi il contorno di cui ho abbondantemente parlato qui (grazie ancora per i tantissimi like), lo sbattimento per una blogger sfigata come me che non ha un fotografo appresso è la macchina fotografica in sè.
I “problemi esistenziali” sono i seguenti:
1) Dove tenerla dato che tra borsa, fogli, inviti è un bordello 2) Cambiare la luce di continuo e in fretta non essendo un’esperta 3) Le sfilate non te la godi con i tuoi occhi, ma tramite quelli di un obbiettivo su cui devi pure concentrarti.

Quest’anno ho naturalmente scattato foto con la mia Canon (la devo cambiare, devo diventare ricca), però ho deciso di fare un reportage “lifestyle”, senza la rottura di un macchinario che richiedesse ansie, bensì con il telefono. Trovate tutt-issime foto su Twitter o Instagram con l’hashtag #htcfashionweek, ma io ve ne metto alcune pure qui. Faccio un riassuntino, via.
Dato che le sfilate le potete vedere ovunque, anche prossimamente su questi schermi, ho fotografato spesso e volentieri “altro”, dal cibo (io il tempo per mangiare lo trovo sempre), ai momenti di “Paura e delirio a Milano”, fino ai backstage e alle location.  E’ strano: con la macchina fotografica immortalerei sono persone, con il telefono solo luoghi e oggetti.

Io faccio spesso questo paragone, e lo trovo sempre interessante: con la Canon cerco sempre di fare il meglio, cercare la posa, la luce, le linee migliori, con il telefono è diverso, è come se fossero tutte foto di backstage, è tutto ciò che sta dietro alle immagini non dico patinate ma più professionali che alla fine si vedono. Ed è fantastico, perché dietro alla “ricerca della perfezione” della settimana della moda ci sono brioche al cioccolato ingoiate al volo, modelle che (giustamente) si distraggono per parlare due minuti dei cavoli loro, Mattia che ci ha salvato la vita (a me e ad Anjeza) scarrozzandoci con la mitica Seat da una parte all’altra, una panchina di un parco a caso per pochi minuti di chiacchiere personali.
“Dietro uno scatto c’è il cellulare, davanti la Canon”, non so se s’è capito quello che intendo.

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