“Avrei voluto”: voce del verbo “non è successo”

“Avrei voluto”: voce del verbo “non è successo”

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Ho mal di testa. Sono andata a letto alle 9 rendendo buio perfino l’oscurabile. Impossibile, dite voi. Si dice che le tenebre facciano riposare il cervello dai continui stimoli luminosi, compresi quelli provenienti dagli stramaledettissimi cellulari. Ho cercato di dormire ma poi un omino dentro il ginocchio ha cominciato a lanciarmi delle sciabolate, e dopo un po’ pure lo stomaco s’è accartocciato. Ah, forse ho fame. Ho preso due pezzi di formaggio, me li sono messi su un tovagliolo bianco e me li sono portati a letto.

Il mal di testa violento, come altre dolorose manifestazioni, in genere, mi fa dare i numeri. Pensa se ci s’accoppia il mal di ginocchio. I poeti si facevano d’oppio per scrivere, io mi faccio violentare da emicranie e spine nel menisco per partorire cose.
Ho comunicato al mondo che sarei andata a letto già due ore fa, ma era una balla. Apro il mac, sono le 24,00 e ho un pezzo di formaggio in bocca e penso che è tutta la sera che ho in mente questa frase: “Avrei voluto: voce del verbo ‘non è successo‘”. Non posso dormire senza scriverci su qualcosa. E chissà cosa.
Ecco cosa: ci sono delle cose che vorrei infinitamente che ogni tanto accadessero. Ci sono cose che mi sarei aspettata fossero accadute, ma non è stato così. Se non accade mai ciò che ti aspetti lascia perdere. Ecco.

Ci sono delle cose che vorrei tanto accadessero. Lo sanno giusto tre persone, ma stasera i tasti suonano da soli, io non ci posso fare niente, o forse domattina avrò cancellato il post, chi lo sa: amerei, apprezzerei, sarei insomma la donna più felice del mondo se qualcuno, ogni tanto, venisse a prendermi alla stazione, a Milano. Chiunque. E’ bello vedere gli amici, i parenti, i fidanzati delle tue amiche che stanno lì ad aspettare. Un po’ meno quando volti la testa e ti aspetta quella solita scalinata da fare per andare a prendere l’autobus (da sola). E’ una sciocchezza, no? Per me che sono “la donna indipendente del secolo” sì, ovvio, no?.
Non lo sa nessuno manco questo, ma ogni tanto mi piacerebbe che qualcuno mi parlasse apertamente. Ma non di vestiti, di blog, di me come “la solita donna indipendente, con le palle, un po’ uomo, molto creativa e imprevedibile, una testa di cazzo”. Quello lo so da sola. Mi piacerebbe che qualcuno mi dicesse altro, ovvero ciò che pensa sul serio, senza la solita frasetta fatta, ma magari: “Domani andiamo a Napoli e torniamo, perché voglio mangiare una pizza lì”. Come quando con la Carlotta andammo a Riccione. Così. Oppure: “Lo sai che anche se sbagli, ti voglio bene lo stesso”. Ti voglio bene.
Vorrei sentirmi dire altro, che forse è la cosa più normale che ha la capacità, di questi tempi, d’essere sempre più anormale. Ecco. O sentirmi dire e basta.
Vorrei che nulla fosse dato per scontato. O anche se lo è, mai lo dovrebbe essere in pratica.
Vorrei che il “venirci incontro” fosse non un “ti vengo incontro”.
Vorrei che più gente avesse le palle. Per parlare, affrontare, lasciare, mettere insieme, discutere. Io ho appena mandato a cagare un’amica, per esempio.

Ci sono cose che mi sarei aspettata fossero accadute. Ci troviamo alle 19. Alle 20 non mi dici ciao. Pensavo chiacchierassimo di puttanate di fronte ad un salmone e poi un dolce al cioccolato. L’amicizia a Milano è cosa strana, ma in generale i rapporti, del resto.
Torni da un viaggio e il giorno dopo mi chiami, come ha fatto Luisa, per esempio. Mi dici che non vedi l’ora di vedermi per raccontarmi tutto. Invece no.
Quando ciò che ovvio, ciò che è stato, si trasforma in ciò che è probabile o meno c’è da riflettere.
Avrei voluto ricevere qualche sorpresa. Me l’aspettavo, egoisticamente.
Avrei dovuto prendere molto prima un gatto. Per adesso non è accaduto, ma sono sicura che accadrà entro settembre.

Voglio aspettarmi esattamente ciò che mi merito, o che mi va. Lo pretendo. E’ la mia vita.
Ecco, io l’avevo previsto avrei dato i numeri con ‘sto mal di testa.
Magari è tutta una balla, tutto frutto dei dolori acuti. Chissà se lo saprò mai. Penso di sì.

Cappellino New Era
Gonna Retrò (negozio vintage, a Milano)
Scarpe Fornarina
Gioielli Strioli Oro

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Comments are closed.
  1. daniele

    26 August 2013 at 0:37

    Un analgesico e dormici su Domani ti accorgerai che questo post è stato solo un brutto sogno .
    Se passi a Napoli la pizza la offro io

    Buonanotte

    • Lucia

      26 August 2013 at 6:42

      Margherita con bufala, grazie 😉

    • daniele

      26 August 2013 at 11:59

      La pizza con la bufala ha il problema di far colare tutto il latte sopra, però se piace a te 🙂

  2. Martina Elisabeth Asch

    26 August 2013 at 6:25

    Cara Lucia, anch’io soffro di emicrania ed anch’io in quei momenti metto in discussione tutto. Sembra che il dolore, a volta così forte che vorrei spaccare la testa contro il muro, rende tutto non più nero ma più accentuato. Io ho imparato ad aspettarmi meno, ad aspettarmi praticamente niente dagli altri, ma soffro comunque ed anch’io ho mandato a quel paese un’amica anzì io la consideravo una sorella … lei evidentemente no.
    Non ti conosco personalmente ma ti stimo per quello che scrivi, per le capacità communicative che hai. E’ vero che hai le palle ma sei anche una eterna bambina come me. Non cambiare mai !
    Parlando dell’outfit, quanto odio questa parola, impazzisco per le gonna e per le zeppe, tu sei la regina delle gonne belle e delle zeppe alte.
    Possa sembrare banale scriverlo proprio adesso, ma io ti voglio bene e ti seguo con grande affetto. Punto.
    Martina
    BloggHer women’s kaleidoscope

    • Lucia

      26 August 2013 at 6:43

      Non sei banale per niente. Anzi: grazie <3

  3. Max B

    26 August 2013 at 9:46

    A me fa male la testa solo perché il vuoto che c’è dentro crea delle correnti convettive che generano turbini di aria calda..
    Per il resto le relazioni umane sempre più si limitano alla convenienza. Se mi sei utile ti dedico tempo, altrimenti arrangiati. Ma per fortuna non siamo tutti così. Nei tuoi post vedo i paesini della Toscana. Io vado spesso in Umbria. Altri ritmi, altri tempi, altre priorità…Quale dei due mondi sia quello “vero” ? Io la mia risposta ce l’ho, ma non pretendo che gli altri la condividano. Ognuno vive come vuole. Salvo poi che questi personaggi, nel bisogno, si trovano il vuoto intorno, perché tutti gli amici che avrebbero potuto essere veri, li hanno mandati a quel paese non dedicandogli tempo. Il tempo è il bene più prezioso oggi e dedicare tempo a qualcuno è automaticamente una dimostrazione di affetto. Se qualcuno non lo fa per te, vuol dire che non è il caso di “investirci” il tuo affetto. E adesso mi taccio perché mi sono già auto-rotto le balle con questi ragionamenti filosofici che non si addicono alla mia zucca vuota.

    • Lucia

      26 August 2013 at 10:44

      grazie 🙂

  4. laura

    26 August 2013 at 9:59

    Mi è piaciuto tanto questo post Lucia, spesso anche io cado in questo genere di pensieri, ti capisco in pieno. Un abbraccio e un bacino, ciao!

  5. S.

    26 August 2013 at 10:52

    Sono sicura che già stamattina, di fronte ad una bella tazza di caffè, ti sarai chiesta perchè diamine non hai approfittato del buio per farti una dormita, vedendo ridimensionati tutti quei punti di domanda che stanotte ti sembravano giganteschi, così grandi da premere forte su testa e ginocchio.
    O almeno, a luce accesa, li avrai trovati meno abbaglianti rispetto a qualche ora fa.

    In caso contrario, prendili, plasmali e trasformali in punti esclamativi: voglio e ottengo!

    Un abbraccio 🙂

    • Lucia

      26 August 2013 at 11:29

      giusto!

  6. Guapita Tondita

    26 August 2013 at 10:56

    Capita spesso anche a me di non riuscire a dormire perchè una frase deve essere necessariamente impataccata nero su bianco, battuta subito. E capita spesso anche a me di accusare il colpo quando le cose non accadono. Avrei voluto voce del verbo non è successo, ad esempio, avrei voluto inventarlo io come titolo, mi sarei detta da sola :” che ganza sei!!”, invece non è successo ma l’hai partorito tu con in bocca un tocco di caciotta e quindi mi va bene! Quando vuoi per il salmone e lo sformatino al gianduia ci sono!

    • Lucia

      26 August 2013 at 11:29

      Grazie cara 🙂

  7. Mia

    26 August 2013 at 21:37

    “Vorrei che più gente avesse le palle. Per parlare, affrontare, lasciare, mettere insieme, discutere.” …Già, al giorno d’oggi sembra che sia cosa rara. Ti ho scoperta stasera e ti seguo con piacere, mi piace come e cosa scrivi . Un saluto da una nuova lettrice ;*

    • Lucia

      27 August 2013 at 11:09

      Grazie Mia, e benvenuta 🙂

  8. valentina marzullo

    27 August 2013 at 11:07

    look TOP! adoro tutto 😉

    baci
    ValentinaM.

    The Chic Attitude

  9. martina

    28 August 2013 at 9:49

    adoro tutto! stupendo questo outfit!
    passa dal mio nuovo blog http://www.nicelime.it !
    ti aspetto, un bacio!

  10. Mina Masotina

    31 August 2013 at 16:14

    Bellissimo post, davvero. Complimenti, riesci a provocare sorrisi ma anche tante emozioni.
    (Bell’outfit) 🙂 Mina ♥
    The Style Fever

  11. Valentina Ciotola - Piusc

    3 September 2013 at 7:50

    sei davvero super figa in questo post. Proprio un look che indosserei anche io. Adoro amica.

    • Lucia

      3 September 2013 at 7:52

      <3

  12. Ilaria Makeup Personal Shopper

    11 September 2013 at 12:56

    è vero è bello quando vengono a prenderti alla stazione/in aeroporto dopo un viaggio, specie se/quando non è necessario.

    purtroppo credo accada raramente!!