DITE “TURNING E UN COLORE” CHE CAPUT

Tra le tante, tantissime, tanterrime cose che mi danno fastidio peggio dei sassi nelle scarpe troppo strette che non puoi levare in quel momento, ci sono gli incipit “Oggi sono andata”, le affermazioni “La sfilata è stata bellissima” e i saluti finali “Vi auguro una buona giornata, baci a tutte!!” (magari con due punti esclamativi). E poi c’è un’altra cosa che mi digrignare i denti ogni volta, ed è l’espressione: “Turning black, red, blue, stica“.
Solo perché ti vesti di rosso non c’è affatto bisogno tu scriva “Turning red”, piuttosto scrivi “Avevo voglia di vestirmi di rosso”, anche se il rosso ce l’hai già addosso, non c’è bisogno tu lo ri-dica. E poi dillo in italiano, che in inglese quell’espressione lì ormai la usa anche il novello papa Francesco.
Oh via, come potete vedere io non ho intenzione di turnare niente, mi sono vestita di nero e festa finita. Punto.
Rossetto scuro, gonna, cappelli, camicia, scarpe, tutto. Ecco, ora per cadere a tuffo con doppio carpiato nella Fiera delle Banalità dovrei dire: “Sì, è un periodo in cui mi vesto praticamente solo di nero”. Evito.
Dico invece che mi sono divertita ad interpretare questo look con tre cappelli diversi (il primo è il mio preferito, ve lo confesso già), una giacca da mucca Lucyina e un paio di scarpe che ho potuto constatare indossandole piacciono a tutti, donne e uomini.
Allacciate e leggermente a punta: ditemi perché le trovo meravigliose nonostante queste due caratteristiche che ho sempre non apprezzato (le allacciate specie nelle scarpe alte)?
No in realtà non me ne importa niente fare ricerche, mi garbano e basta.
Allora adesso, se fossi una fashion blogger tradizionale dovrei chiedervi: “Ragazze con quale cappello vi piace di più il mio outfit? Aspetto i vostri commenti (3>)
Cin cin. Così, a caso.
Scarpe Paloma Barcelò
Camicia 830 Sign
Gonna Alcoolique
Cappelli Borsalino
Giacca Cycle