L’ABITO CHE FA SUCCEDERE COSE

L’ABITO CHE FA SUCCEDERE COSE

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Questo vestito lo comprai con la Carlotta al mercato del sabato mattina di Arezzo. Ruma e ravana tra l’ammasso di stoffe ingrinzite mi saltò fuori lui, un aggeggino con i pallini di vellut-ino che parevano appiccicati con l’Attack. Che faccio, lo piglio o lo lascio in balia di una donnina sessantenne in cerca dell’abito giusto per la balera? Quell’abito è mio e lo piglio io. 

Il suo prezzo era di due euro, diciamo che ce la potevo anche fare.
Tutte le volte che me lo sono messo è sempre successo qualcosa.
Una volta l’oculista, uno di quelli classici e ligi al dovere, mentre ero sotto l’effetto droga-atropina, vedevo quindi quadruplo, m’ha imbastito un discorso sul mio anacronismo ad andare in giro a quel modo e sul fatto che io le ricordassi sua madre, che mi ha fatto quasi commuovere.
Un’altra volta una ragazza che era nello stesso locale dove ero io, dopo avermi fissata per una mezz’oretta buona, mi si avvicina e mi dice: “Ma sei un cartone animato te!”. Ok, speravo più in qualche riferimento vintage, ma è stata comunque simpatica.
Alla Fashion Week scorsa mi sono messa il mio abitino con i pallini appiccicati con l’Attack con sotto un golf bucato di lana perché avevo freddo, e un paio di calze a pois di una taglia più grande un po’ perché mi piaceva l’effetto calza cadente nel contesto, e un po’ perché c’erano solo L e volevo quelle calze.
E’ successo che uno mi fa il classico gesto del picchio sulla spalla e mi chiede di potermi fotografare. Con un vestito da due euro e un golf sotto bucato. Uno come Scott Schuman. Che poi chissà se finirò mai sul suo The Sartorialist. Della serie Poca, pochissima emozione. 

Insomma sono arrivata al punto che me la devo sentire prima di indossare il mio abito a pois. Tipo che ogni volta che apro l’armadio lo guardo e mi sento succube di un pezzo di stoffa che fa accadere cose.
Appena posso andare senza calze, io sono fan delle stagioni, ho già il mio look. Devo stare pronta a qualsiasi cosa, anche perché siamo a Marzo. E alla fine ho voglia che succeda qualcosa.

Foto di Alessia Campostrini per Style.it 
Cappotto e borsa Stefanel
Abito vintage
Scarpe Aldo
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Comments are closed.
  1. susanna rampinelli

    14 March 2013 at 9:04

    L’unico cartoon a cui mi fai pensare è “betty boop”, ma direi che mi ricordi più quei film in bianco e nero che adoro dove le donne erano forti, sensuali, misteriose ed ironiche e direi che ispirarsi a quello che c’è di meglio nel passato non è per niente anacronistico, soprattutto visto con uno sguardo attuale ed originale come il tuo..il tuo “pezzo di stoffa con appiccicato i pallini” porta con sè una storia che tu arricchisci ogni volta lo indossi…..ciao susy

  2. Lilli

    14 March 2013 at 13:32

    Mi piace un sacco la prima foto, l’abitino ti dona! Un bacio Lucia!

  3. Antonia Luzi

    14 March 2013 at 15:29

    Stupendo il tuo hairstyle. Guardando te mi sembra di vedere le foto delle nonne. Quelle foto dal sapore anni ’40. Gli anni della guerra. Ma in quelle foto vedevo comunque sorrisi. Mi susciti sensazioni di ricordo ed emozione vestita così. Forse il tuo abito fa succedere cose anche a chi tu guarda! 😉

  4. Marzipan

    14 March 2013 at 17:21

    Sei troppo carina, quell’abito è fantastico…e il fatto che sia un po’ magico lo rende ancora piu bello.