LA LIBERTA’ DEI BLOG E LE LORO NON-REGOLE

LA LIBERTA’ DEI BLOG E LE LORO NON-REGOLE

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Quando mi domandavano il perché avessi scelto di aprire un blog rispondevo “Perché il web è libero, posso dire ciò che voglio, senza essere obbligata a fare quella marchetta per quel brand”. Lo dicevo perché si sa, i giornali e le tv erano retti dalla pubblicità. Su Marieclaire in un redazionale c’era trenta volte il nome Gucci, per caso, mentre in un servizio su Elle venti capi Prada, sempre a caso, e i brand emergenti a galla altrove. Chissà perché. (Prima di scatenare polemiche, i marchi che ho preso sono casuali). Ne è passata di acqua sotto i ponti, di html sugli schermi.
Adesso ci sono anche i blog, che da una parte sono troppo liberi, dall’altra fingono di esserlo. Da un lato sono talmente tanto liberi che tutti possono dire ad una ragazzina di quindici anni via Facebook/blog/etc “Sei una puttana”, così tanto per, dall’altro lato si fanno passare, per esempio, operazioni pilotate di prove prodotto come test spontanei che alla fine sono tutti, guarda caso, positivissimi.
La libertà su Internet è un’arma a doppio taglio, e su questo non si discute, perché è praticamente anarchia, e purtroppo c’è chi non è in grado di essere libero, non sa esserlo, ecco.

Sono sincera, fino ad ora ho ricevuto pochi commenti “cattivi” sul blog o sulla mia pagina Facebook, ma quelli che ho ricevuto sono o tutti inutili o comunque cretini. Faccio due esempi, partendo da quello di oggi sulla mia pagina Fb (ovviamente non cito il demente in quanto trattasi di uno stupido hater), che è stato: “Io ti suggerisco una dieta lampo, ne avresti bisogno”, che in relazione al 99% di persone che mi dicono che sono dimagrita suona già strano, ma non è questo il punto.
La mia Facebook page si chiama Fashion Politan, non Nutritional Politan o Skinny Bitch Politan. Parlo di vestiti, della mia vita sociale, di lifestyle, non di peso, né del mio né di quello di altre, ma se proprio me lo chiedete sono pro-curvy.
La libertà del cretinetti della situazione è stata talmente sconfinata, e direi irrazionale, da spingerlo a fare dei commenti non sui miei pantaloni, non sulla mia giacca, e neppure sulle mie scarpe ma sulla mia ipotetica obesità. E qui si tocca pure il tema dell’inerenza. Era il commento di codesto soggetto inerente? No, ma il web è libero, e i blog con le relative pagine Facebook sono nate per lo scambio spontaneo, giusto? Talmente tanto spontaneo da sconfinare nella non-regola.
La libertà ha delle regole? No, o meglio, l’unica che dovrebbe avere sarebbe il rispetto. Ma chi ce le mette le regole? Nessuno, o meglio dovrebbe essere una sorta di auto-gestione, dovrebbe.
Vedi la carta stampata invece, nel senso tradizionale del termine: vuoi commentare quel pezzo? Liberissimo di farlo, lo fai a voce, a casa tua con l’amico o il marito di turno e festa finita. Nessun hater, nessuna miccia che scoppia, solo uno scambio più o meno costruttivo che finisce tra le quattro mura domestiche. Prima, adesso non è più così perché quasi tutti i giornali hanno ormai un sito o una pagina…
Ah, tra parentesi il signorino, che sia un fake o meno, una volta mi ha pure scritto “Sparati”. E questa era la risposta alla domanda precedente: “La libertà ha delle regole?” pare essere un no secco.
Ecco un secondo esempio, sempre di oggi. Uno mi commenta: “Che tristezza gli autoscatti”.
Punto 1 l’attinenza: le fashion blogger, fino a prova contraria, si fanno gli autoscatti, io soprattutto perché non ho un fidanzato/fotografo che mi stia ad immortalare anche quando sono a farmi il bidè. Le fashion blogger sono bimbeminkia e si fanno gli autoscatti. Io in primis.
Il commento è attinente? No.
Punto 2 la libertà: il tizio si è sentito libero di sparare insulti su una fatto ovvio, l’autoscatto per le blogger. Come se io dicessi ad un’impiegata delle poste: “Testa di cazzo, smetti di compilare i bollettini”.
Punto 3 l’incoerenza: un altro tizio ad uno dei tanti miei autoscatti mi commentò tempo fa una roba del genere: “Bimbaminkia”, non rendendosi conto che quella ero io. Dopo essersene accorto una pioggia di scuse. Eppure ero sempre io.
Allora cosa fai? Blocchi certe persone? Metti la moderazione ai commenti? Ma così si limita il bello dei blog, ovvero la loro natura free.
Allora non li blocchi e li lasci innescare ciò che vogliono esattamente: polemiche, nervi che saltano facili, una catena di commenti…?
Quando mi domandano adesso perché abbia un blog io rispondo sempre come una volta, ovvero perché è uno spazio mio, che mi gestisco io, ma ci aggiungo “che ha delle regole non scritte, che tutti, in teoria, dovrebbero rispettare”. Rispettare, rispetto. Che poi finisci per non rispettarlo più tu il coglione di turno che dice puttanate, augurandogli un blocco permanente al pc nelle migliore delle ipotesi.
Il limite del blog e quindi del web è che non ha limiti, non ha controllo, ed è allo stesso tempo il suo più grande pregio. Allora non c’è una soluzione? Solo una, e si chiama coscienza, che però a quanto pare parecchie volte non si palesa, almeno virtualmente.

Comments are closed.
  1. Art in Vogue

    19 March 2013 at 22:59

    ti seguo sempre e adoro come scrivi… I tuoi contenuti sono sempre molto sopra le righe e questo mi piace molto!

    Baci

  2. Fiamma Gi

    19 March 2013 at 23:17

    eh sì… a me ultimamente è capitato sulla mia pagina fb di fare un’ipotesi su un tema molto seguito sul web: le violenze sugli animali. Ho ipotizzato che un presunto maltrattatore potesse non esserlo e che tal cosa andava prima provata. Il delirio. Un accanirsi di tutte queste talebane della difesa degli animali. Ma una cosa enorme, che a me quando scrivo su fb mi cagano quasi mai… e tutte a rompere, ad augurarmi che qualcuno mi mettesse un collare elettrico etc etc. Questo basandosi ovviamente sul sentito dire e su un servizio di striscia(che io non ho mai guardato e che non considero assolutamente come un qualcosa che mi possa dare delle prove di fatti realmente avvenuti). Quindi sì, ai casi citati aggiungerei anche “la rivolta dei talebani della causa dei questa di cippa di ca…” o , temi da non affrontare mai se non si vuole che le palle ci vengano triturate finissime. E’ sempre un piacere leggerti!

  3. E

    20 March 2013 at 12:36

    Brava Lucy

    Un bell’argomento su cui discutere, con poche risposte certe (come tutti i temi interessanti d’altronde, tipo – per rimanere in campo attualità – i limiti della democrazia).

    Che dirti? Che per me dovrebbero valere sempre il rispetto, l’educazione, la tolleranza. Purtroppo si tratta di concetti sconosciuti ai più.

  4. Lilli

    20 March 2013 at 15:22

    Ciao Lucia, mi spiace molto per quel commento, davvero poco carino..Non so poi da dove sia originato visto che hai le misure giustissime..sono d’accordo su quello che scrivi, alla coscienza aggiungerei anche rispetto…un abbraccio

  5. ChicToChic

    20 March 2013 at 16:10

    Parole sante!!!!!

    Marta

  6. Fashion Riddles

    20 March 2013 at 20:57

    Credo che il rispetto debba esserci sempre, anche e soprattutto in rete… Quindi concordo in pieno con quanto scrivi. Punto.
    V

  7. Marco

    23 March 2013 at 19:15

    La Bimbaminkia più simpatica del web la conosco io….se tu!!! ahaahahahah
    Baci, Marco

  8. FOLLOWPIX

    16 April 2013 at 19:37

    Parole sante Lucy: coscienza!

  9. Ida G.

    5 June 2013 at 18:32

    Io rifletto spesso sul fatto che la gente, tanta gente, è frustrata assai…e allora cerca ovunque valvole di sfogo. Il web te ne offre tante e su un piatto d’argento, tanto, sei solo un avatar. E allora via di critiche malsane e di una cattiveria inaudita.
    Ma poi è un po’ come nella vita reale: c’è chi è diplomatico e cordiale pur nelle critiche e chi è semplicemente un grande maleducato frustrato. Questi, non son degni neanche di risposta 😉
    Sempre bello leggerti.
    http://www.lestanzedellamoda.com