S-PITTI-NATA

Ogni volta che devo fare qualcosa in un video né mi trucco particolarmente, né mi pettino a modino, insomma, vado lì alla cazzo. Poi mi rivedo e mi scandalizzo, mi arrabbio con me stessa sul come abbia potuto andare in video in certe condizioni. Mi passa tutto dopo circa tre secondi e mezzo.
Così il primo giorno di Pitti. “Scusa ci puoi rilasciare un’intervista?. Certo. Non pensare che siano le 18, che sei stata in giro tutto il giorno, che ti sei svegliata alle 6, che hai camminato come se tu fossi andata in pellegrinaggio con le spine sotto ai piedi per penitenza, che c’avevi un fardello sulle spalle peso quanto il macigno che pigliava tra le mani Hi-Men quando s’arrabbiava, No, non ci pensare e rispondi: “Ma certo”.
Alla fine la mia intervista su Studio Aperto (a saperlo) è stato un mix tra la mia faccia a culo con dei capelli che manco con la febbre li tengo così (direi s-Pitti-nata), e un incarnato che solo gli stracci della Piera avrebbero potuto farmi concorrenza.
Come se non bastasse ho detto: “Calzini con stampe galattiche”. E qui mi giustifico. Non me lo sono inventato. Gallo ha fatto dei calzini che si chiamano Gallassia perché ispirati alla galassia. No perché gente m’ha chiesto se avessi fumato qualche roba strana prima. Ecco, no.
Come se non bastasse c’avevo una pezzata che nemmeno i migliori cerotti da mettere sotto le ascelle avrebbero potuto bloccare cotanto flusso ormonale. Perché al Pitti c’è un’escursione termica che al deserto gli fa il solletico.
Ma è tutto sopportabilissimo, perché il Pitti è il Pitti: un ritrovo tra amici, un piacevole luogo di lavoro, una tavola imbandita di prodotti squisiti con i quali abbuffarti gli occhi e la mente, un crogiolo di spunti sempre nuovi da arraffare.
Grazie a Stefano Coletti per la foto
Maglia e gonna Alcoolique